L'inclusione inizia in classe: l'esperienza multiculturale di Prato diventa un metodo didattico teorico
Prato è la provincia italiana con il maggior numero di studenti stranieri, quasi il 22% (circa 9.000 studenti), e la trentennale esperienza fatta in classe con alunni provenienti da tutto il mondo è diventata adesso un metodo teorico da esportazione per apprendere l'italiano e le diverse discipline scolastiche: il metodo per operare in una classe multiculturale è contenuto nel volume "Intercultura e inclusione. Il Cooperative learning nella classe plurilingue", a cura di Maurizio Gentile, docente di Didattica generale al Dipartimento di Scienze umane dell'Università di Verona, e Tiziana Chiappelli, ricercatrice di Pedagogia interculturale del Dipartimento di Scienze della Formazione di Firenze, edito da Franco Angeli nella collana scientifica La Melagrana. Il libro è stato presentato stamani in Palazzo comunale dal vicesindaco ed assessore ai Diritti di cittadinanza Simone Faggi, dall'assessore alla Pubblica Istruzione Mariagrazia Ciambellotti, dall'autore Maurizio Gentile e da Marco Paolicchi, presidente della coooperativa sociale Pane&Rose, che ha collaborato nella realizzazione dello studio attraverso i propri facilitatori linguistici nelle scuole.
Alla base del metodo vi è la constatazione che stando in classe con alunni italofoni i rapporti interpersonali si infittiscono favorendo l'apprendimento della lingua e della didattica: «Nel volume è stata inserita tutta la nostra esperienza, tradotta in un modello teorico e pedagogico che fornisce un importante contributo alla didattica nazionale - dice l'assessore alla Pubblica Istruzione Ciambellotti - La formula vincente è stata coniugare la facilitazione linguistica con le discipline di apprendimento». «Prato è un laboratorio multiculturale anche a scuola - aggiunge il vicesindaco Faggi - Il modello di cooperative learning costruito a Prato, a cui già molte realtà guardano, valorizza le differenze e vede in tutti i bambini delle risorse preziose. L'Amministrazione comunale in questo è in prima fila».
Come ha spiegato il professor Maurizio Gentile, il campione per la costruzione-validazione del metodo sono stati 808 alunni di elementari e medie (dai 6 ai 13 anni) di 35 classi di 31 scuole differenti da aprile 2012 a febbraio 2013 con test condotti in diverse discipline: italiano, storia, geografia, scienze e matematica. L'obiettivo della ricerca era appunto validare il modello in rapporto alla rimozione delle barriere interpresonali e linguistiche tra alunni italiani e stranieri.
Un recente studio dell’OCSE ha evidenziato che i risultati di apprendimento degli alunni immigrati sono apprezzabili se hanno frequentano la scuola dell’infanzia, se studiano in classi con diversi livelli di abilità e con docenti preparati a insegnare in una classe plurilingue e multiculturale, se imparano la lingua del Paese ospitante mediante percorsi dedicati. Il volume offre un quadro teorico, numerose evidenze e una serie di spunti per operare in una classe plurilingue e multiculturale, offrendo a insegnanti, educatori ed esperti strumenti coerenti con la visione di “una scuola di tutti e di ciascuno”. Tutti questi elementi sono stati sistematizzati in un modello educativo che integra il Cooperative Learning con la Facilitazione Linguistica. Il modello è rafforzato da quattro principi generali: clima di classe, interdipendenza positiva, inclusione, intercultura.
Il volume è edito da Franco Angeli nella collana scientifica La Melagrana ed è liberamente scaricabile nel formato Open Access dalla piattaforma digitale dell’editore al seguente link http://ojs.francoangeli.it/_omp/index.php/oa/catalog/book/204.
cb
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