Polizia Municipale e ARPAT sequestrano una stamperia a conduzione cinese
Nuovo intervento nell’ambito dell’attività di controllo alle attività produttive a impatto ambientale. Ieri la squadra interforze composta da Polizia Municipale, ARPAT, Ispettorato del lavoro, Vigili del fuoco e Asl - Igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro ha effettuato accesso ad un capannone artigianale in via di Gello a San Giusto. Il capannone risulta di proprietà di una società immobiliare italiana ed è occupato da una stamperia gestita da un cittadino cinese e dalla sua famiglia.
Al momento dell’accesso sono stati rinvenuti anche due lavoratori a nero, di nazionalità pakistana, compiutamente identificati dal personale dell’ispettorato del Lavoro. La ditta effettuava attività di stampa digitale e transfert su tessuti e capi di abbigliamento mediante l’utilizzo di varie attrezzature e macchinari. A tale scopo aveva inoltrato domanda di autorizzazione ambientale dichiarando di non utilizzare prodotti chimici quali solventi, diluenti ed adesivi che sono stati invece rinvenuti sulle postazioni di lavoro ed in prossimità di esse durante l’accertamento. Sono stati inoltre trovati alcuni flaconi di solvente a marchio cinese in merito alla cui presenza, anche al fine di classificarne la pericolosità, proseguiranno gli accertamenti di competenza da parte dei vari enti intervenuti.
Proprio a causa dell’incongruenza circa la documentazione presentata la Regione non aveva rilasciato l’autorizzazione e pertanto l’azienda non avrebbe potuto lavorare. Un locale ad uso archivio era stato adibito impropriamente a dormitorio da parte del titolare che, secondo quanto dichiarato dal titolare e dalla moglie di lui agli ispettori, pernottava all’interno dell’immobile con finalità di sorveglianza. Riscontrate infine numerose irregolarità nella gestione dei rifiuti prodotti dalla stamperia, per le quali verranno comminate da parte della Polizia Municipale le previste sanzioni amministrative.Per quanto sopra esposto ARPAT e Polizia Municipale hanno posto i sigilli all’immobile ed il titolare dell’azienda è stata quindi denunciato in stato di libertà per violazioni alla normativa ambientale e per reati in materia di abusivismo edilizio.
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