Raccolta differenziata, truffa le ditte cinesi ma viene scoperto e denunciato
La problematica della raccolta rifiuti si arricchisce di una truffa messa in atto da un addetto alla raccolta rifiuti che si era inventato un meccanismo per arrotondare ai danni dei titolari di ditte cinesi del comprensorio pratese e ai danni della stessa ALIA, che oltre al danno di immagine ha subito il furto di alcuni cassonetti e complicazioni nel servizio di gestione rifiuti.
A truffare le ditte cinesi era un uomo di 45 anni, originario di Prato e dipendente di una delle cooperative appaltate da ALIA per il servizio porta a porta, che aveva pensato bene di appropriarsi di alcuni cassonetti rivendendoli ad altre ditte cinesi come cassonetti in cui smaltire i rifiuti tessili.
Ai titolari delle ditte non sembrava vero che con pochi soldi in più potessero usufruire di un servizio che la nuova normativa aveva reso più complicato e quindi in diversi non hanno esitato ad acquistare il nuovo cassonetto, tanto più che veniva consegnato da persona che appariva riconducibile ad ALIA e quindi non avevano dubbi sulla regolarità di quanto stavano facendo.
Solo dopo che l’uomo era tornato presso lazienda chiedendo una somma supplementare, una confezionista ha iniziato ad avere dubbi e ad approfondire la cosa.
Nel frattempo anche gli agenti dell’unità Investigativa della Polizia Municipale avevano avuto notizia di cassonetti spariti dalle isole ecologiche di assegnazione ed avevano iniziato ad indagare scoprendo la truffa ed individuandone l’autore.
Per sua fortuna, anche per la saltuarietà con cui agiva, gli agenti non sono riusciti a coglierlo in flagranza e pertanto, per porre fine al suo operato e portare a conoscenza della truffa in atto tutte le aziende del comprensorio, gli agenti dell’Investigativa hanno proceduto a denunciarlo a piede libero.
ALIA si costituirà parte civile e valuterà richieste danni a carico del truffatore che dovrà rispondere di quanto messo in atto anche al suo datore di lavoro.
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