L'assessore Faltoni: "Il disavanzo tecnico era già noto e il piano di rientro ha performance migliori delle previsioni"
“Il disavanzo tecnico, frutto di gestioni precedenti, era già noto nel 2014 e questa amministrazione lo aveva già fatto emergere nel bilancio consuntivo approvato nel maggio 2015”. Lo dice l’assessore al Bilancio del Comune, Monia Faltoni, che spiega: “Fino a quel momento, anche se sarebbe stato opportuno farlo, i Comuni non avevano l’obbligo di accantonare i fondi per coprire eventuali mancate riscossioni. La nuova contabilità degli Enti Locali, la cosiddetta armonizzazione, introdotta con la normativa del 2011 e attuata nel 2012, alla quale il Comune si è adeguato dal 2012, ha invece reso obbligatorio l’accantonamento di fondi e questa giunta, correttamente e responsabilmente, con il consuntivo 2014 ha certificato un disavanzo di circa 36 milioni e, contestualmente, ha approvato, sempre nel 2015, un piano di rientro trentennale, così come la legge in quel momento concedeva a tutti i Comuni d’Italia”. Perciò, aggiunge l’assessore Faltoni, “la delibera della Corte dei Conti dell’11 aprile, contrariamente a quanto è stato affermato, non scopre nessun disavanzo nei conti del Comune, in quanto già noto ed emerso nel 2015”.
Il piano di rientro approvato dal Comune di Prato ha scadenza nel 2042 e prevede un rientro annuo pari a 1 milione e 293 mila euro. Tra il 2015 e il 2016 il Comune è rientrato dal disavanzo per le quote stabilite nel piano. “Anzi”, sottolinea l’assessore Faltoni, “siamo rientrati addirittura di cifre maggiori rispetto a quelle preventivate, a riprova della buona gestione dei bilanci dal 2014 in poi. In sostanza il Comune non solo non ha accumulato altro disavanzo, ma è rientrato più velocemente rispetto a quello accertato. Nel 2016, ad esempio, siamo rientrati dal disavanzo per oltre 3 milioni e 182 mila euro. La pronuncia della Corte dei Conti, quindi, ha solo rivisto la cifra del disavanzo in 30 milioni circa, che differisce rispetto a quella accertata dal Comune di Prato nel 2015 in 36 milioni, e ci chiede, alla luce di ciò, di rivedere le nostre scritture contabili e i prospetti finali in modo che tutto coincida”.
Sulle tempistiche delle cosiddette misure correttive il Comune ha facoltà di chiedere una proroga.
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