Manovra correttiva, l’assessore Faltoni: “Il peccato originale nel bilancio 2012, stiamo ancora pagando il disavanzo lasciato dalla Giunta Cenni”
“Altro che “tesoretto Consiag” che Cenni si vantava di averci lasciato in eredità, la Giunta Cenni ci ha lasciato un buco di bilancio di 36 milioni di euro che ancora oggi la città continua a pagare. Ai 14 milioni di disavanzo ordinario, si aggiungono 22 milioni di disavanzo straordinario da risanare”. L’assessore al Bilancio Monia Faltoni ha spiegato in commissione la manovra correttiva che il Consiglio comunale è chiamato a votare domani, facendo luce sulle richieste della Corte dei conti: “Nei prossimi tre anni dobbiamo risanare il disavanzo ordinario, ovvero 14 milioni che già mancavano dal bilancio 2012, mentre nei prossimi 28 anni il Comune di Prato deve risanare 22 milioni di disavanzo straordinario legati alle norme sull’armonizzazione, un provvedimento già messo in atto dall’Amministrazione a partire dal 2015”.
Nel 2014 la Giunta Biffoni denuncia il disavanzo trovato nel bilancio e decide di intervenire mettendo a posto i conti, assumendosi anche la responsabilità di votare quel consuntivo 2013 bocciato dalla maggioranza che sosteneva Cenni alla vigilia del voto amministrativo. Il Comune aveva calcolato di ripianare tutto il disavanzo di 36 milioni in trent’anni, ma i magistrati contabili hanno scorporato dal calcolo 14 milioni che già nel rendiconto 2012 erano di fatto un disavanzo ordinario da ripianare. “Cenni e i suoi hanno semplicemente fatto finta di niente, nascondendo la polvere sotto il tappeto e lasciando che ci pensasse chi sarebbe venuto dopo. Questa Giunta, con grande senso di responsabilità e nel rispetto della legge, quel disavanzo lo ha fatto emergere tutto, oltre 36 milioni – sottolinea l’assessore Faltoni -. Ricordo perfettamente quando nel 2014 in consiglio comunale ho denunciato il forte disavanzo lasciato nei conti pubblici, ma da allora e per tutto questo tempo alcuni consiglieri di minoranza, così come l’ex sindaco Cenni fino a quando non è decaduto, ripetevano come un mantra che i loro conti erano trasparenti e che anzi eravamo fortunati a poter contare sul cosiddetto “tesoretto” Consiag. Ma le bugie hanno le gambe corte e oggi è la Corte dei Conti a certificare che il disavanzo sarebbe dovuto emergere nel 2012 e resta nel 2013 e 2014, ma che nessuno si è dato da fare per iniziare a rimettere i conti in ordine”.
L’assessore ha spiegato nel merito le conseguenze del pronunciamento della Corte: le misure correttive che il Consiglio è chiamato ad adottare si concretizzano nella scissione del disavanzo straordinario approvato con deliberazione n° 25 del 14/05/2015 pari a circa 36 mln, in 22 mln circa di disavanzo da riaccertamento straordinario da ripianare entro il 2042, ed in 14 mln circa di disavanzo ordinario da ripianare entro il 2019. “Di 36 milioni di disavanzo ereditati ne ripianeremo ben 21 entro fine legislatura. Per farlo dobbiamo ancora una volta assumerci la responsabilità dei rendiconti della giunta Cenni”.
“I regali della giunta Cenni non finiscono qui. Dobbiamo pagare oltre 5 milioni di spese legali a seguito della sentenza della Corte di Appello di Londra sugli Swap, delle quali 2,5 milioni entro il 31 luglio. Questo ente oggi si trova a dovere pagare a peso d’oro gli avvocati per una causa che in Italia abbiamo portato avanti nelle aule di tribunale solo noi, mentre quasi tutti gli altri enti sono andati ad una transazione sicuramente meno onerosa – ribadisce Faltoni -. Chiudere gli swap sarebbe stata una scelta politica assolutamente legittima e responsabile, lo scontro nei tribunali pagando spese legali onerosissime con i soldi dei cittadini è stata invece una scelta azzardata che oggi pagano tutti.”
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