30/09/2017 14:54
Cultura
L'assessore all'associazione Amici dei Musei: "Il Comune si è costituito, aspettiamo il giudizio del Tar. Intanto lavoriamo sull'accordo dello scorso gennaio"
Crocifissione del Bellini, l'assessore Mangani: "Necessario lavorare tutti dalla stessa parte"
"Fa piacere che un'associazione culturale come gli Amici dei Musei
rivendichi un ruolo politico e di stimolo nel contesto cittadino ed
in particolare nella vicenda Galleria degli Alberti. Stupisce un
po' - invece - il tono, decisamente ottimistico, della conferenza
stampa sul destino della Crocifissione del Bellini.
Le parti in causa sono sempre le stesse: Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Banca Intesa, la Liquidazione Coatta Amministrativa dell'ex Banca Popolare di Vicenza e ancora prima gli organi di tutela, Sovrintendenza e Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale - COREPACU.
La partita è tutt'altro che chiusa e per questo sono indispensabili alcune precisazioni. L'accordo di gennaio tra l'ex BPV, il Comune di Prato, Confindustria Toscana Nord e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, chiamata il 3 ottobre prossimo al rinnovo degli organi, è tutt'ora valido e impegna le parti alla valorizzazione della Galleria degli Alberti (Bellini incluso) sul territorio di Prato indipendentemente da ogni pronunciamento degli organi di tutela.
Eppure il quadro, da gennaio 2017, si è complicato perché non tutto, "purtroppo" dirà qualcuno, si risolve con il lavoro degli avvocati, dei consulenti e dei candidati in pectore.
La BPV non esiste più. Al suo posto, la liquidazione coatta amministrativa, proprietaria dei quadri, da un lato e Banca Intesa, proprietaria invece del Palazzo degli Alberti, dall'altro.
La liquidazione coatta amministrativa deve adempiere ad obblighi di legge e valorizzare il patrimonio ovvero: vendere.
Oggi come oggi, le possibilità di un ritorno della Galleria (Bellini incluso), sono dunque due:
la prima è legata all'accordo di gennaio 2017 e alla volontà istituzionale espressa in quella sede, volontà che è inimmaginabile sia mutata di segno e che include il contegno di Banca Intesa e della stessa Liquidazione coatta amministrativa.
la seconda è connessa al buon esito del giudizio davanti al TAR Toscana chiamato a decidere del fatto se il vincolo che lega indissolubilmente il Palazzo degli Alberti e la Collezione (Bellini incluso) sia legittimo oppure no. L'ex BPV ha infatti proposto ricorso contro il vincolo deciso dagli organi toscani di tutela. Il Comune di Prato si è prontamente costituito mentre gli Amici dei Musei ancora non l'hanno fatto per un semplice motivo: non sono parte in causa e possono, se lo vorranno come auspicabile, solo e soltanto sostenere le ragioni del Comune di Prato in quello stesso giudizio.
Quanto al Bellini, il merito della decisione degli organi di tutela del Veneto è ascrivibile agli organi di tutela del territorio toscano, Sovrintendenza e Corepacu, i quali hanno potuto giovarsi anche della collaborazione istituzionale e di quella degli stessi Amici dei Musei.
Ora, senza animo polemico, dovremmo tutti remare nella stessa direzione, sia davanti al TAR, sia per l'applicazione dell'accordo di gennaio 2017.
Solo così gli auspici, di tutti e non di un parte, diverranno realtà".
Simone Mangani - assessore alla cultura
Le parti in causa sono sempre le stesse: Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Banca Intesa, la Liquidazione Coatta Amministrativa dell'ex Banca Popolare di Vicenza e ancora prima gli organi di tutela, Sovrintendenza e Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale - COREPACU.
La partita è tutt'altro che chiusa e per questo sono indispensabili alcune precisazioni. L'accordo di gennaio tra l'ex BPV, il Comune di Prato, Confindustria Toscana Nord e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, chiamata il 3 ottobre prossimo al rinnovo degli organi, è tutt'ora valido e impegna le parti alla valorizzazione della Galleria degli Alberti (Bellini incluso) sul territorio di Prato indipendentemente da ogni pronunciamento degli organi di tutela.
Eppure il quadro, da gennaio 2017, si è complicato perché non tutto, "purtroppo" dirà qualcuno, si risolve con il lavoro degli avvocati, dei consulenti e dei candidati in pectore.
La BPV non esiste più. Al suo posto, la liquidazione coatta amministrativa, proprietaria dei quadri, da un lato e Banca Intesa, proprietaria invece del Palazzo degli Alberti, dall'altro.
La liquidazione coatta amministrativa deve adempiere ad obblighi di legge e valorizzare il patrimonio ovvero: vendere.
Oggi come oggi, le possibilità di un ritorno della Galleria (Bellini incluso), sono dunque due:
la prima è legata all'accordo di gennaio 2017 e alla volontà istituzionale espressa in quella sede, volontà che è inimmaginabile sia mutata di segno e che include il contegno di Banca Intesa e della stessa Liquidazione coatta amministrativa.
la seconda è connessa al buon esito del giudizio davanti al TAR Toscana chiamato a decidere del fatto se il vincolo che lega indissolubilmente il Palazzo degli Alberti e la Collezione (Bellini incluso) sia legittimo oppure no. L'ex BPV ha infatti proposto ricorso contro il vincolo deciso dagli organi toscani di tutela. Il Comune di Prato si è prontamente costituito mentre gli Amici dei Musei ancora non l'hanno fatto per un semplice motivo: non sono parte in causa e possono, se lo vorranno come auspicabile, solo e soltanto sostenere le ragioni del Comune di Prato in quello stesso giudizio.
Quanto al Bellini, il merito della decisione degli organi di tutela del Veneto è ascrivibile agli organi di tutela del territorio toscano, Sovrintendenza e Corepacu, i quali hanno potuto giovarsi anche della collaborazione istituzionale e di quella degli stessi Amici dei Musei.
Ora, senza animo polemico, dovremmo tutti remare nella stessa direzione, sia davanti al TAR, sia per l'applicazione dell'accordo di gennaio 2017.
Solo così gli auspici, di tutti e non di un parte, diverranno realtà".
Simone Mangani - assessore alla cultura
Simone Mangani
assessore alla Cultura
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