L'inclusione nasce sui banchi di scuola: se ne parla nel convegno "Il volto della scuola inclusiva"
Integrazione ed inclusione sui banchi di scuola, sono questi gli obiettivi del convegno regionale "Il volto della scuola inclusiva. Strumenti, buone pratiche, riflessioni e proposte per includere e non escludere", che si terrà venerdì 27 ottobre al Museo del Tessuto per l'intera giornata a partire dalle 9. L'appuntamento è stato presentato stamani dall'assessore alla Pubblica Istruzione Mariagrazia Ciambellotti, da Maria De Simone, referente per la disabilità dell'Ufficio scolastico Provinciale, dalla vicepresidente della Provincia di Prato ed insegnante dell'istituto Marconi Paola Tassi, dal dirigente scolastico del Gramsci-Keynes Stefano Pollini, dagli insegnanti della stessa scuola e referenti per il sostegno Chiara Aiazzi e Filippo Masi ed Elisabetta Faggi dell'Ufficio scolastico provinciale. «Il nostro obiettivo è realizzare una scuola che ascolta, che mette tutti i ragazzi al centro dei programmi e dei progetti, sostenendo chi ha un disagio, chi è portatore di handicap, chi è immigrato - spiega l'assessore Mariagrazia Ciambellotti - Di fronte ad un corpo insegnante che cambia di continuo abbiamo per questo la necessità di fare formazione e creare nuove occasioni di stimolo e confronto. Da questo punto di vista è fondamentale la collaborazione con l'Ufficio scolastico provinciale». «Grazie a questa collaborazione abbiamo creato una rete tra i vari referenti per il disagio e la disabilità con cui abbiamo un continuo confronto in modo da conoscere le attività che vengono messe in campo per favorire l'inclusione»- prosegue Maria De Simone. «Sono buone pratiche che si scontrano con le difficoltà quotidiane, con le carenze delle strutture e delle risorse, ma che gli insegnanti portano avanti con impegno e dedizione» - aggiunge Stefano Pollini.
Un esempio pratico di buone pratiche e attività inclusive svolte l'anno scorso è il video " Il viaggio di Enea", realizzato da 70 ragazzi del Gramsci-Keynes, tra cui 20 con disagio. Il documentario, che sarà presentato venerdì 27 ottobre alle 9.40, racconta l'esperienza fatta in 6 laboratori inclusivi tra musica, teatro e arti grafiche, ispirandosi al racconto dell'Eneide . Un altro esempio sono i progetti di alternanza scuola -lavoro portati avanti dall'istituto Marconi: l'anno scorso 15 ragazzi svantaggiati sono stati impegnati nel laboratorio per riparare le biciclette rotte e poi rivenderle. Un'esperienza simile è quella fatta dal Buzzi, in cui un gruppo di 14 ragazzi con disabilità hanno fatto uno stage in una grande azienda tessile. Per uno di loro è scattato anche il rinnovo contrattuale. Le loro esperienze saranno raccontate nel pomeriggio negli workshop che prenderanno il via alle 15.
L’attenzione ai BES (Bisogni Educativi Speciali) ha lo scopo di rimuovere gli ostacoli nei percorsi di apprendimento: ciò è possibile attraverso l'osservazione e l'attenta “lettura” dei segni di disagio, il continuo dialogo con la famiglia e l’offerta di risposte idonee e personalizzate, nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo formativo. Si fa sempre più strada la consapevolezza del diritto di ogni alunno ad avere una vera e propria scuola su misura. La vera sfida pedagogica e didattica sta nell’individualizzare la tipologia di insegnamento e nella personalizzazione dell’apprendimento.
La diversità di oggi, oltre alle situazioni di disabilità, è rappresentata da stranieri, da situazioni specifiche non certificate ma comunque socialmente rilevanti. In questa prospettiva l’insegnamento comprende tutti i sostegni e gli aiuti necessari per rispondere alle differenti richieste poste dagli alunni. L’inclusione riconosce quindi le tante diversità di cui si compone la normalità e i tanti bisogni speciali che differenziano gli alunni rendendo la realtà quotidiana del far scuola sempre più impegnativa.
La scuola può svolgere un ruolo di fondamentale importanza nel favorire la tutela della salute psichica. L’incremento degli insegnanti di sostengo e i progetti educativi ideati negli ultimi anni lo dimostrano. Ma il processo di integrazione dei disabili necessita di un ulteriore spinta, proprio nell’attuale processo di rinnovamento istituzionale.
Nonostante la grande positività del modello italiano permangono delle “criticità”, di fronte alle quali c’è chi sostiene che guardando alle buone pratiche già attive si possa operare un miglioramento delle disfunzioni e chi invece ritiene necessario un nuovo modello attuativo che possa fronteggiare la nuova sfida dell’ inclusione.
La problematica del disagio psicologico che la scuola affronta è ben più ampia della patologia “certificata”. Per il successo formativo allora, quali buone pratiche educative devono arricchire il tradizionale mandato della trasmissione del sapere, per formare cittadini attrezzati a vivere in una società fondata sulla conoscenza e in contesti di vita sempre più complessi e difficili da interpretare?
Partendo da queste considerazioni il convegno “Il volto della scuola inclusiva: strumenti, buona pratiche , riflessioni e proposte per includere e non escludere”, vuole stimolare una riflessione su ciò che può essere riprodotto adattandolo alle specificità delle situazioni e ciò che necessita alla scuola per poter avviare concretamente il processo di inclusione da parte di tutti gli operatori della scuola e da parte di tutti coloro che hanno un rapporto con la scuola.
cb
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