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Comune di Prato

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23/11/2017 11:15
Biblioteca lazzerini Cultura Dal 24 novembre al 22 dicembre, Biblioteca Lazzerini. Ingresso libero

In mostra l'arte intima e profonda di Paolo Ioanna

Si intitola “Specchi” l’esposizione dell’artista pratese che, in questa selezione di opere, racconta al pubblico le sue nevrosi e i suoi ricordi

 Si inaugura venerdì 24 novembre alla Biblioteca Lazzerini, nella Saletta Campolmi, la mostra Specchi di Paolo Ioanna a cura di Stefano Franceschini e Roberto Poggiolini.

La forte carica emotiva che sprigionano le sue opere, rende Ioanna un pittore della dismisura. Nei sui dipinti l’artista pratese racconta a ritmo incalzante nevrosi, ricordi, terrori, mandando le sue figure a soffrire per lui. Grandioso privilegio della natura d’artista: far soffrire creature immateriali per provare a medicare un dolore reale, il suo, dell’artefice, e il nostro. E poi, è ovvio che ogni esperienza artistica profonda è prima di tutto catarsi.

Le opere esposte, dotate di un’innegabile unità concettuale e stilistica, appartengono tutte all’ultimo decennio dell’appartata attività di Paolo Ioanna. Vi è in alcune una ricca fioritura di colori piatti, come in una vetrata a piombo, dove al posto dei santi abitino enigmatiche figure, impegnate a recitare il ruolo ora di streghe ora di Furie. Ma, con l’eccezione dei suoi ritratti di infanti, cromaticamente accesi, non è il colore l’abito di fatica più consono a Paolo, ma sono le esplosioni agghiaccianti dei bianchi e dei neri (il nero è in lui assoluto) e della gamma cangiante dei grigi a dare il tono al meticoloso e allucinato realismo di un universo di catastrofi emotive: uno stralunato raduno di prostitute dall’incerta vocazione, coppie di dame altere in pose e abiti ammiccanti, donne che gridano a bocca chiusa, in paesaggi desolati, il loro essere fantasmi di fantasmi, puro mistero, in fondo. Sono tutte, o quasi, figure femminili, ma potrebbero anche non esserlo, tutte con mani nodose e “sironiane” e con piedi abnormi per torsione espressionista, a ricordarci che anche i nostri incubi peggiori vengono dalla Madre Terra, dalla nostra condizione di umili attaccati al suolo.

La mostra sarà visitabile a ingresso libero fino al 22 dicembre dalle 15.30 alle 19 (festivi inclusi).

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