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Comune di Prato

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27/03/2018 12:49
Ciambellotti Mariagrazia Scuola Il fico dottato, presidio Slow Food dal 2000, minacciato da un parassita

"Frutti della Memoria", il fico di Carmignano sarà piantato nei giardini scolastici dell'istituto Primo Levi

Dopo Pasqua la piantumazione delle prime cinque piante

Il fico di Carmignano, una delle produzioni storiche del nostro territorio, presidio Slow Food dal 2000, entrerà a far parte del progetto “ Frutti della memoria” promosso dal Centro di educazione del gusto e da Slow Food Prato in collaborazione con il Comune di Prato per valorizzare le piante da frutto autoctone e a rischio estinzione. Il fico dottato di Carmignano è minacciato infatti da un pericoloso parassita: grazie alla collaborazione allargata al Comune di Carmignano e al Consorzio dei fichi di Carmignano, negli orti delle scuole dell’Istituto Comprensivo “Primo Levi” saranno piantati alberi da frutto di fico dottato, negli ultimi tempi oggetto di attacco da parte di un coleottero di misteriosa origine che sta mettendo in difficoltà la salute delle piante. Quindi frutti antichi , della memoria, a forte rischio estinzione, che vanno a sviluppare i percorsi  didattici intrapresi nelle varie scuole dell’Istituto Comprensivo “Primo Levi” con gli orti scolastici, che già da tempo costituiscono un importante strumento di lavoro per i percorsi di educazione alimentare e ambientale, un’opportunità per parlare di cibo e della sua produzione attraverso una didattica attiva e multidisciplinare, all’interno di una comunità di apprendimento che comprende oltre alla scuola , anche i nonni, i genitori, le associazioni del territorio, gli Enti Locali e altri soggetti pubblici e non. Pertanto 5 piante dopo Pasqua saranno piantate nei giardini scolastici della scuola media “Ivana Marcocci" di Fontanelle, delle scuole primarie “Ambra Cecchi” di Paperino, “ Valeria Crocini” di S.Giorgio a Colonica, “ Ivana Marcocci” di Fontanelle, “ Laura Poli” di Grignano/Cafaggio. Successivamente anche nelle scuole dell’infanzia  di Cafaggio, Paperino, San Giorgio e di Castelnuovo.

Alla presentazione del progetto, che vuole rappresentare un presidio per la nostra biodiversità vegetale e strumento di trasmissione di saperi fra generazioni, hanno partecipato l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Prato Mariagrazia Ciambellotti, la presidente  del Consiglio comunale Ilaria Santi, l'assessore alla Partecipazione del Comune di Carmignano Francesco Paoletti, il presidente del Consorzio del fico secco di Carmignano, Sirio Petracchi, la dirigente dell’Istituto Comprensivo “Primo Levi”,  Francesca Zannoni , la docente Luisa Peris, referente del progetto “ Di orto in orto “ per l’istituto Primo Levi, i rappresentanti di Slow Food Prato Alessandro Venturi e Ferdinando Ciani del Centro di Educazione del Gusto. «Si tratta di un progetto che si inserisce in un alunga storia fatt adi attenzione alla genuinità dei prodotti del territorio - dice l'assessore Ciambellotti - il lavoro svolto in questi anni da Slow Food Prato nelle scuole è davvero un fiore all'occhiello per noi, che ha sviluppato la conoscenza dei nostri prodotti». «L'orto è un'aula verde all'aperto con cui facciamo capire ai bambini la stagionalità dei prodotti - spiega anche Luisa Peris - In questo periodo stiamo facendo i semenzai, da cui scaturirà il naturale ciclo della pianta. Ci aiutano spesso anche dei nonni, con cui instauriamo un dialogo tra generazioni diverse». «Quella del fico è una tre colture insieme alla vite e all'olivo che hanno determinato l'antropizzazione del nostro territorio collinare - aggiunge l'assessore Paoletti di Carmignano - Siamo disponibili a dare il nostro contrbuto per debellare questo coleottero dannoso che già da qualche anno sta infestando la nostra area, con conseguenze notevoli sui raccolti. Ci asiamo rivolti anche alla Regione Toscana per avviare uno studio sull'insetto e sul protocollo da adottare, ora assente, per eliminarlo». Come ha detto infatti anche Sirio Petracchi del Consorzio, sono già moltissime le piante attaccate dal parassita, che depone le proprie larve nel fusto della pianta "prosciugandola" della linfa e provocandone la morte. Finora non sono state testate sostanze ad hoc per eliminarlo e l'unico modo è intervenire fisicamente. «Nel passato sta il nostro futuro - ha concluso il dottor Ciani.

L'idea è poi quella di sviluppare nuovi progetti alimentari con i frutti che nasceranno dagli alberi inieme a studenti, insegnanti, famiglie e associazioni.

cb

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