Piano lavoro sicuro, «Necessario tenere la macchina in moto e andare avanti»
Testimoniano una tendenza al miglioramento e all'adeguamento delle aziende straniere alle prescrizioni di legge i dati della seconda fase del Piano straordinario per il lavoro sicuro della Regione Toscana, ma ancora non basta, "la macchina deve rimanere in moto". Con queste parole il coordinatore del Piano Renzo Berti e il vicesindaco ed assessore ai diritti di cittadinanza Simone Faggi hanno commentato la presentazione di 13 mesi di attività del nucleo di controllo, dal 1° aprile 2017 al 30 aprile 2018. I risultati della seconda fase, ora in corso con durata fino alla primavera 2019, e il confronto con la prima (dal settembre 2014 al marzo 2017) sono stati illustrati stamani in Palazzo comunale. Erano presenti anche Luigi Mauro, direttore dell'Unità funzionale Prevenzione, igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro della Asl Toscana Centro, e Ferdinando Milicia, direttore dei Servizi Amministrativi per la prevenzione della Asl Toscana Centro. Numeri alla mano, il quadro che emerge è positivo rispetto all'inizio del progetto, segno evidente che i controlli funzionano, ma l'ipotesi su cui la Regione sta lavorando è di proseguire per un ulteriore anno arrivando almeno fino al 2020: «Nella seconda fase abbiamo esteso i controlli ad un raggio più ampio di infrazioni degli ambienti di lavoro, riscontrando un'incidenza minore di illeciti e una tendenza a mettersi in regola ed adeguarsi alle normative, ma ancora non è sufficiente - ha detto il coordinatore Renzo Berti - Per non disperdere il lavoro fatto in quasi 4 anni è necessario andare oltre ed arrivare ad un punto di consolidamento, in modo da arrivare davvero a ripristinare il rispetto della legalità nel mondo dell'impresa.». «Ringraziamo la Regione Toscana per l'attività che ha svolto in questi anni a partire dal 2014 - ha aggiunto il vicesindaco Simone Faggi - Il Piano ci ha permesso di estendere il controllo anche ad altri fronti, ad esempio coinvolgendo ispettori di Alia e di Sori per quanto riaguarda il corretto smaltimento dei rifiuti e la riscossione dei crediti inevasi. Bisogna però continuare a tenere il piede sull'acceleratore». In tre anni infatti questo ha portato nelle casse del Comune di Prato 1.440.000 euro di Tari, sanzioni e altri titoli, più accertamenti per il triplo.
Nell'aprile scorso la Giunta regionale della Toscana ha deliberato uno stanziamento di 350mila euro per il Comune di Prato per l'affiancamento della Polizia Municipale agli ispettori usl del Nucleo di controllo, intervenuti infatti su 1.172 aziende controllate su 1.604 negli ultimi 13 mesi. Guardando il report dell'attività, le aziende controllate a Prato calano da 4.417 a 1.604. Nella seconda fase oltre a dormitori, cucine abusive, impianti elettrici fatiscenti, bombole a gas, macchinari e carenze igieniche si sono aggiunti la denuncia di messa a terra il documento di valutazione del rischio, il responsabile della prevenzione, la formazione e irregolarità amministrative. I 74 ispettori Asl compiono circa 5 uscite al giorno nell'area metropolitana, 3 la mattina e 2 di pomeriggio-sera per un totale in questi 13 mesi di 142 uscite mensili a Prato e 123 imprese al mese, contro le 80 della prima fase.
Per quanto riguarda i dettagli delle infrazioni, nella prima fase erano stati rilevati circa 790 dormitori abusivi, scesi a 130 nella seconda fase. Una presenza che si è di fatto dimezzata, con una percentuale passata dal 18% iniziale a circa l'8%. Discorso simile per quanto riguarda gli impianti elettrici fatiscenti, dove la riduzione è ancor più significativa; i casi di grave irregolarità sono passati da 1.211 a 115, facendo così scendere la percentuale dal 27,4% al 7,2%. Più che dimezzate anche anche le notizie di reato, 3.066 circa nella prima fase contro le 530 della seconda, con percentuali che scendono dal quasi 70% al 33%, e i sequestri e le chiusure, 418 nella prima fase - circa il 5,7% delle ispezioni - e 53 nella seconda, corrispondenti al 2% delle ispezioni.
Questo si traduce anche in un ritorno in termini di maggiore riscossione per l'Agenzia delle entrate, che infatti nel 2014 rispetto al 2013 ha segnato un 15,49% in più, che nel 2015 è arrivato al 36,10% in più. Nellarco di tempo successivo al controllo le imprese hanno modificato sostanzialmente il loro atteggiamento dichiarando un maggior volume di affari ed incrementando i versamenti in misura non giustificata dalla dinamica del ciclo economico.
cbsl
Condividi su: