Controllo all’impianto di recupero rifiuti: sigilli al container con cascami tessili in area non autorizzata
Controllo interforze alle attività produttive ad impatto ambientale: questa volta a finire nel mirino degli enti ispettivi è stato un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi nella zona di Galciana.
Nello specifico, a seguito degli accertamenti effettuati dal Nucleo Ambientale della Polizia Municipale congiuntamente ai Carabinieri del NOE di Firenze è emerso che all’interno del capannone erano stipate circa 300 tonnellate di rifiuti tessili, allestite in sacchi e presse, provenienti con probabilità dalle aziende di confezione e pronto moda del distretto pratese; i sacchi, che in alcuni punti raggiungevano quasi la sommità dell’edificio, era stati addossati al portone secondario di uscita del magazzino non permettendo pertanto una rapida fuoriuscita dall’immobile in caso di incendio ed esponendo pertanto i lavoratori dipendenti ai rischi conseguenti. Violazioni contestate da parte del personale dei Vigili del Fuoco; il Personale dell’ispettorato del lavoro ha rilevato invece la presenza di un cittadino straniero in assenza di un regolare contratto lavorativo.
Estremamente carente la gestione documentale circa il flusso dei rifiuti in entrata ed in uscita dall’impianto, che prevede la contestazione di varie sanzioni amministrative.
Nonostante l’atto autorizzativo prevedesse la sola gestione dei rifiuti all’interno del capannone, al fine di salvaguardare tutte la matrici ambientali, nel piazzale esterno erano stati collocati alcuni cassoni scarrabili, privi di apposita copertura, uno dei quali contenente cascami tessili al quale quindi sono stati apposti i sigilli.
In realtà l’impianto non è risultato nuovo a vicende giudiziarie analoghe, che hanno infatti portato al sequestro dell’intero capannone da parte della Polizia Municipale nell’anno 2017 nonché alla denuncia dei precedenti conduttori e proprietari della società che gestiva l’impianto in tale anno. Il nuovo cambio di gestione, tuttavia, non è sembrato aver migliorato notevolmente la situazione della ditta che, a distanza di soli 3 mesi dall’inizio dell’attività, aveva accumulato numerose irregolarità dal punto di vista ambientale e aveva iniziato a lavorare senza le dovute accortezze ai fini della normativa antincendio.
La titolare, un ragazza di 19 anni residente nel bergamasco, è stata deferita all’autorità giudiziaria per stoccaggio dei rifiuti in aree non autorizzate e per utilizzo dei locali in difformità a quanto autorizzato.
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