Dopo 5 anni dal rogo del Teresa Moda 12mila controlli eseguiti e una legge sul lavoro sicuro all'orizzonte
Più di 12mila ispezioni in 4 anni, con un pressing ispettivo dieci volte superiore a quello nazionale, oltre 14 milioni di euro di sanzioni già incassate e più di 2 milioni di tributi locali evasi e riscossi (Tari, Ici, Cosap, Imu ecc.) in meno di tre anni che hanno determinato un forte miglioramento delle condizioni di sicurezza e legalità sul lavoro, con particolare riguardo alle condizioni di promiscuità come dormitori e cucine abusive all’interno dei capannoni. Un grande lavoro insomma, che ha dato risultati importanti, ma che deve proseguire fino al 2020 allargando il raggio d'azione e gli orari dei controlli nelle aziende e stabilizzandosi in una legge regionale per il lavoro sicuro. Questo in sintesi è emerso dall'incontro pubblico "CambiaMenti - 1 dicembre 2013 - 1 dicembre 2018: le attività, i risultati e le prospettive del Piano Regionale per il Lavoro Sicuro a 5 anni dalla tragedia della Ditta Teresa Moda", promosso dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana per il quinto anniversario del rogo di via Toscana in cui morirono 7 operai cinesi, Rao Zhangjian, Xue Xieqing, Dong Wenqiu, Zheng Xiuping, Lin Guangxing, Wang Chuntao e Su Qifu.
A coordinare gli interventi è stato il vicesindaco e assessore all'Immigrazione Simone Faggi. Sono intervenuti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il direttore del Dipartimento Prevenzione USL Toscana Centro e Responsabile del Nucleo Ispettivo Lavoro Sicuro Renzo Berti, il Console generale della Repubblica Popolare Cinese Wang Fuguo, il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Prato Giuseppe Nicolosi, il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti, il vicepresidente di Confartigianato Moreno Vignolini, in rappresentanza delle categorie economiche, e il coordiantore di Uil Prato Rodolfo Zanieri in rappresentanza dei sindacati Cgil, Cisl, Uil.
«Il 1° dicembre di cinque anni fa sono morti 7 lavoratori nell'incendio del Teresa Moda e nessuno deve dimenticarlo - afferma il vicesindaco Faggi - Non è solo l'aspetto economico a determinare l'indice di benessere in un distretto produttivo, ma anche l'accettazione e il rispetto di regole e valori comuni da parte di tutti. Per questo è necessaria una riforma anche di carattere urbanistico, che quest'Amministrazione ha intrapreso. Prato è da sempre la città della multiculturalità e a prescindere da dove un cittadino proviene, deve accettare tempi, modi, termini e condizioni propri di questo territorio: se così è sarà il benvenuto, altrimenti no e deve andarsene». Faggi ha sottolineato anche i risultati ottenuti sul versante contributivo attraverso i controlli compiuti insieme agli ispettori di Alia e di Sori, che hanno portato all'emersione e alla riscossione - spesso direttamente nelle aziende non in regola con il terminale Pos - di oltre 2 milioni di euro di tributi locali elusi o evasi nell'arco degli ultimi tre anni, attraverso l'incrocio dei dati toponomastici ed anagrafici: «Abbiamo controllato l'attivazione delle utenze verificando il corretto pagamento delle tasse» - ha spiegato Faggi.
Il Procuratore Capo della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi ha auspicato la stabilizzazione dei controlli anche al di là del mandato amministrativo, visto il buon trend dei controlli dal 2014 ad oggi: «Integrazione, cultura e collaborazione con le Forze dell'Ordine sono essenziali per ottenenere controlli efficaci che ripristinino la legalità e riportino le infrazioni a livelli fisiologici - dice il Procuratore Nicolosi - Dopo il Teresa Moda c'è stata una presa di coscienza collettiva del fenomeno e hanno dato buoni risultati i controlli realizzati grazie all'impegno delle istituzioni e all'investimento fatto dalla Procura nella specializzazione dei propri uffici per il contrasto dell'illegalità nel lavoro e lo sfruttamento lavorativo. Ma proprio su quest'ultimo aspetto rimane ancora molto da fare e sarebbe fondamentale la collaborazione delle vittime di sfruttamento per poter portare avanti le indagini efficamente».
La risposta è arrivata direttamente dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha colto l'esortazione annunciando una legge che trasformi il progetto speciale "Lavoro Sicuro" in una pratica strutturata ed ordinaria prima della fine della legislatura. "Una legge ci sarà – afferma il presidente Rossi – e naturalmente non sarà legata solo a Prato, ma avrà un respiro più generale: una legge per contrastare condizioni di lavoro disumano, sostenere l'occupazione regolare e combattere l'evasione fiscale". "Su questi ed altri temi - spiega - avevamo chiesto al Governo un po' di autonomia regionale. Abbiamo finora aspettato per questo e speriamo che ci venga presto data. Aiuterebbe. In ogni caso siamo intenzionati ad andare avanti ugualmente".
Rossi approfitta dell'occasione per ringraziare tutte coloro che hanno partecipato al progetto, partito nel 2014: i tecnici dell'Asl assunti e formati, le forze dell'ordine, la Procura, i Prefetti, il Comune, altri pezzi della pubblica amministrazione. "MI sembra che abbiamo preso una strada per molti aspetti positivi e che ha dato risultati. Certo - annota - non si può aggiustare tutto in poco tempo. I dati però ci dicono che i comportamenti cambiano". Poi la prospettiva di un'azione ancora più larga. "Ci piacerebbe molto - si sofferma - che i controlli si estendessero all'evasione fiscale e ai rapporti di lavoro. Con l'Agenzia delle Entrate stiamo facendo studi e già adesso qualsiasi elemento importanti che emerga nel corso di una nostra ispezione viene messo a disposizione. Dopodiché noi possiamo arrivare fin qui e oltre può andare solo lo Stato. Ma serve uno Stato che presidi il territorio, in modo concreto, affinché illegalità e lavoro nero emergano e si trasformino in impresa e occupazione regolare".
L'incontro ha fornito anche l'occasione per presentare gli ultimi dati sulla Fase 2 del Piano Lavoro Sicuro, in corso fino alla primavera 2019, illustrati dal responsabile del Nucleo di controllo Renzo Berti, e dare delle anticipazioni sulla Fase 3, che andrà fino a tutto il 2020.
Nel dicembre 2016, a pochi mesi dalla conclusione della prima fase del piano straordinario, per consolidare i risultati positivi conseguiti dalla prima, la Regione Toscana ha approvato la cosiddetta “fase 2” del Piano Lavoro Sicuro, avviata il 1° aprile 2017, in parallelo ad una campagna informativa mirata. Questa seconda fase si è prefissa di mantenere elevato il livello di pressing nei confronti delle tipologie di imprese in esame affinando, in accordo con le Procure della Repubblica, i criteri ispettivi. Il confronto tra i dati relativi ai due periodi dà evidenza di un complessivo e significativo miglioramento, a maggior ragione se si considera il peso in questa seconda fase di irregolarità di tipo amministrativo, che invece non erano rilevate nella fase precedente. Nella fase 2 è aumentata anche la compartecipazione all’attività degli operatori del Comune di Prato e delle sue aziende di servizio finalizzata in particolare al recupero dei tributi comunali. Come emerge dal confronto degli indicatori di efficacia, la presenza di dormitori, cucine abusive, carenze igieniche e impianti elettrici non a norma risulta sensibilmente diminuita. Fino al 31 ottobre di quest'anno a Prato sono state ispezionate 2.361 imprese, contro le 4.481 della prima fase (12mila nel resto della piana). Il picco delle sanzioni si è avuto nel 2015, con 2,7 milioni di euro, mentre nel 2018 sono state di 1,3 milioni, indice del fatto che c'è una tendenza generalizzata a trovare una percentuale sempre più alta di aziende che si mettono in regola. I dormitori abusivi ad esempio calano della metà, dal 18% al 9,4%, come anche le carenze igieniche, dal 37% della prima fase a 15,9 della seconda, o gli impianti elettrici non a norma, da 27,4% a 7%.
Per consolidare i risultati positivi e stimolare una crescente assunzione di responsabilità da parte degli imprenditori, con Regione ha deciso di sviluppare l’attività sino al 31 dicembre 2020. In questa ulteriore fase – denominata fase 3 – si procederà ad un ulteriore ampliamento del raggio di azione e dei criteri ispettivi - comprese fasce orarie notturne e festivi - mantenendo tuttavia ancora elevato il pressing di controllo.
Il Comune di Prato continuerà a garantire la propria partecipazione e collaborazione e ad affinare le attività complementari finora intraprese. Sin dalla partenza delle attività, il Comune di Prato ha garantito la presenza di pattuglie della Polizia Municipale e di proprio personale amministrativo a supporto delle attività del Piano Lavoro Sicuro. Ciò ha consentito di verificare una serie di dati amministrativi, quali ad esempio quelli catastali, toponomastici ed anagrafici e soprattutto ha permesso di intervenire sul recupero dell’elusione e dell’evasione dei tributi locali (TARI/ICI/IMU/COSAP/ICP/TASI). Le informazioni rilevate sul posto durante i controlli sono state incrociate con gli archivi comunali e varie banche dati, consentendo di aggiornare e correggere dati e posizioni errate o addirittura assenti. Questa attività è stata svolta dal personale amministrativo dell’Unità Immigrazione e dei Servizi Finanziari congiuntamente al personale di Alia Servizi Ambientali e di Società Risorse (So.Ri.), rispettivamente competenti per i servizi di recupero dei rifiuti urbani e della tariffa TARI e della riscossione dei tributi locali non pagati, come della gestione diretta di altre imposte. Sul versante dei tributi locali sono state recuperate le posizioni eluse e sconosciute, sono stati sollecitati i pagamenti insoluti e sono stati anche eseguiti incassi sul posto, direttamente tramite POS. Il Comune di Prato ha coordinato il tavolo territoriale Piano Lavoro Sicuro, al quale hanno partecipato in tutte le fasi di attività la Regione Toscana, ASL Toscana centro, la Camera di Commercio, il PIN, i rappresentanti dei sindacati CGIL, CISL e UIL, delle associazioni di categoria, delle professioni, ed altre istituzioni interessate.
Dato che molti datori di lavoro e lavoratori hanno ancora difficoltà linguistiche, oltre alle campagne informative sulla sicurezza del Piano Lavoro Sicuro realizzate dalla Regione e da ASL Toscana Centro, è stata impostata anche una campagna informativa dal Comune di Prato, tradotta in lingua cinese, sui temi del pagam ento tributi e sulla gestione dei rifiuti. Il materiale è stato consegnato durante i controlli dal personale comunale. Inoltre è stato attivato un canale di comunicazione social, We chat, che è il sistema più usato dalla comunità cinese per la comunicazione, che ad oggi conta oltre 2600 contatti in continua espansione.
cb
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