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Comune di Prato

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04/01/2019 14:48
Polizia Municipale Polizia municipale All'interno rinvenuta una montagna di cascami, illecitamente stipati quasi fino al soffitto

Sequestrato un impianto di trattamento rifiuti tessili

A meno di due mesi dal controllo che aveva già portato alla denuncia in stato di libertà della diciannovenne titolare di un impianto di recupero rifiuti speciali (in gran parte tessili provenienti da aziende di confezione e pronto moda del distretto pratese) e al sequestro di un cassone contenente cascami tessili, i Carabinieri del NOE di Firenze e la Polizia Municipale di Prato hanno proceduto al sequestro preventivo del capannone, coadiuvati da Vigili del Fuoco e Carabinieri di Prato. 

Gli approfondimenti investigativi hanno infatti consentito di accertare come, dietro alla ragazza, operassero dei “soci occulti” e gestori di fatto dell’attività - uno dei quali padre della diciannovenne - che, in forza di un’autorizzazione risultata essere ormai priva di ogni validità, avevano continuato a stipare nel capannone centinaia di tonnellate di cascami tessili ed altri rifiuti provenienti dal comprensorio tessile pratese, arrivando a triplicare i quantitativi di rifiuti censiti appena poche settimane prima. Gli operatori intervenuti si sono infatti trovati di fronte ad una montagna di rifiuti che aveva ormai riempito buona parte della superficie del capannone fin quasi alla sommità dell’edificio, occludendo ogni via di fuga in caso di incendio, esponendo i lavoratori dipendenti ai rischi conseguenti.

E proprio il timore che, una volta riempito completamente il capannone, gli indagati potessero ricorrere ad un “incendio liberatorio” per smaltire illegalmente la mole di rifiuti accumulati, facendo così sparire ogni traccia delle loro condotte criminose, ha spinto la polizia giudiziaria ad operare d’urgenza, sequestrando l’impianto ed apponendo i sigilli all’intera attività che è stata poi affidata ad un custode giudiziario.

La documentazione rinvenuta, posta sotto sequestro insieme ai computer aziendali, è al vaglio di investigatori e Procura della Repubblica di Prato per il prosieguo dell’attività d’indagine.

cb

13/19

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