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Comune di Prato

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09/04/2019 13:06
Sociale Presentato stamani il progetto di Comune, Pane e Rose, Il Cenacolo e Auser

"Prato Coabita", servizi innovativi di solidarietà abitativa per combattere solitudine e disagio

Il progetto ha già 8 offerte per la disponibilità di spazi e 11 potenziali ospiti

E' stato presentato stamani il progetto "Prato Coabita", seconda fase del bando indetto l'anno scorso dal Comune di Prato a cui hanno risposto le associazioni Pane e Rose, il Cenacolo e Auser.

Come ha spiegato l'assessore, il progetto ha molta importanza perchè nella nostra città ci sono 250 sfratti all'anno, ovvero quasi 1 al giorno, 1/3 in più rispetto alla media regionale toscana. A questo si aggiungono 600 persone in emergenza abitativa e 1400 in lista per ottenere la casa popolare, oltre a circa 6000 alloggi sfitti: questa iniziativa potrebbe essere quindi un modo di collegare il problema casa, molto sentito a Prato.

Erano presenti l'assessore ai Servizi sociali, Gianni Autorino, presidente del Consorzio Metropoli, Marco Paolicchi, presidente della coop. Pane e Rose, Lara Toccafondi, responsabile Area Inclusione Sociale Pane e Rose, Moreno Sepiacci, presidente consorzio Coeso, Andrea Ricotti, resp. Coop. Il Cenacolo, Renato Campinoti, presidente Auser Toscana, Andrea Cambi, presidente Auser Prato eGabriele Danesi, resp. Auser Abitare Solidale.

Il progetto “Prato Coabita” è un servizio sperimentale e innovativo di coabitazione tra soggetti anziani o disabili che vivono in abitazioni di proprietà o affitto a rischio di perdita dell’autosufficienza e dei legami sociali in condizione di fragilità dovuta all'isolamento e senso di solitudine e soggetti o famiglie in condizione di fragilità socio abitativa, a rischio di povertà relativa e di emarginazione sociale.

Il progetto intende valorizzare un modo di abitare che favorisce le relazioni, la condivisione delle risorse personali in un'ottica di reciprocità e dove rispettive fragilità possono divenire una risorsa grazie al tempo disponibile da dedicare agli altri.

Con il progetto si vogliono ulteriormente sviluppare le sinergie positive fra generazioni, dove si coniugano le necessità economiche dovute ai prezzi degli affitti per le famiglie con minori e le esigenze di vivere in un mondo sempre più di relazione per gli anziani.

Tali interventi di condivisione abitativa sono finalizzati a incentivare risposte integrate e diversificate al problema “ casa”, inteso non soltanto come spazio fisico, ma come luogo ed opportunità per migliorare le condizioni di vita generali di soggetti “fragili”, fondati su principi di solidarietà e di responsabilità.

Tale sistema consente di lavorare sull’efficacia dei progetti personalizzati di autonomia ed emancipazione dal sistema dei servizi sociali, dall’altra intercetta i bisogni dei cittadini all’origine di gravi livelli di disagio e povertà, agendo nei termini della prevenzione sociale.

I risultati che il progetto intende conseguire sono:

  • Rafforzare il modello organizzativo di inclusione sociale attraverso la funzione di coordinamento con gli strumenti per il sostegno all’inclusione attiva;
  • Potenziare l’efficacia del sistema e l’efficienza della risposta al disagio abitativo.

Il progetto si basa su due strumenti:

  • Il Patto di Ospitalità con il quale vengono dettagliati i reciproci impegni in una logica di solidarietà e le condizioni della coabitazione.
  • Il patto d’inclusione con il quale è definito il percorso di acquisizione dell’autonomia dei soggetti inseriti attraverso definizione di un progetto individuale di inclusione attiva.

E’ previsto il coinvolgimento delle figure di riferimento dell’anziano (i figli, o i parenti o l’amministratore di sostegno)

 I potenziali ospitanti sono privati cittadini che hanno disponibilità di almeno una stanza e possono inoltrare la domanda di partecipazione al progetto rivolgendosi allo sportello di Auser. Gli ospiti invece sono individuati dal Servizio Sociale Professionale del Comune.

E’ effettuata una valutazione per ogni singolo soggetto disponibile a mettere a disposizione un appartamento e l’idoneità al progetto da parte del soggetto ospitato.

I colloqui sono svolti in presenza, almeno al primo colloquio, dei parenti più prossimi per approfondire la conoscenza della persona. Durante il primo colloquio al soggetto interessato e ai parenti prossimi o all’amministratore di sostegno devono essere illustrati con chiarezza e precisione le finalità e gli scopi del progetto e tutte le notizie necessarie per valutare caratteristiche e compatibilità con altri soggetti.

Prima dell’inserimento c’è un periodo durante il quale il soggetto ospitante e l’ospite si conoscono e durante il quale è verificata la loro compatibilità.

E’ assicurata, inoltre, durante tutta la durata del progetto, un’attività di mediazione e accompagnamento affinchè non insorgano problemi o difficoltà nei rapporti.

Il progetto, avviato da qualche mese, ha già ricevuto 8 offerte da parte di anziani con disponibilità di spazi e sono stati incontrati 11 potenziali ospiti segnalati dai servizi sociali. Sono state già individuate tre coppie compatibili e sono in corso di svolgimento gli incontri propedeutici alla convivenza.

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