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Comune di Prato

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11/07/2020 15:45
Biancalani Luigi Sociale Dopo quasi 30 anni giunge al termine il tortuoso recupero del "Casone di Iolo" ela riqualificazione urbanistica dell'area di Garduna

Taglio del nastro stamani per la Casa di accoglienza "La Ginestra" a Iolo

Saranno ospitate qui 18 donne e minori in difficoltà, oltre a 6 appartamenti per famiglie in cohousing per tamponare l'emergenza alloggiativa. E' previsto un percorso di recupero di competenze personali e lavorative verso l'autonomia

E' stata inaugurata stamattina 11 luglio la nuova Casa di accoglienza per donne e minori in difficoltà “La Ginestra”, tra piazza Verzoni e via Bianchini, nella struttura conosciuta da tutti come "il Casone di Iolo", al centro di un ampio progetto di recupero  del " contratto di quartiere Garduna" avviato quasi 30 anni fa e andato avanti a singhiozzo. Un'opera che era infatti molto attesa dagli abitanti della zona, che stamani hanno partecipato al taglio del nastro da parte del sindaco Matteo Biffoni, dell'assessore ai Servizi Sociali Luigi Biancalani, del consigliere regionale Nicola Ciolini, dei consiglieri comunali Monia Faltoni e Maurizio Calussi, della presidente della Cooperativa Alice Gianna Mura e della coordinatrice della casa Francesca Ranaldi: «L'inaugurazione di oggi è frutto di quel bando per il recupero dell'area di Iolo-Garduna per il quale da subito io e la giunta ci siamo impegnati fin dal primo insediamento nel 2014 - ha detto il sindaco Biffoni - Finalmente, dopo un lungo e tortuoso iter burocratico, siamo riusciti ad arrivare all'apertura di questa nuova casa famiglia e tra poche settimane anche degli appartamenti destinati alle Forze dell'Ordine. Un risultato importante per chi ha bisogno di un punto da cui ripartire, ma anche per il paese di Iolo, che temeva di vedere destinato al degrado un immobile così grande e significativo». «Si tratta di un punto di partenza e non di arrivo - ha precisato l'assessore Biancalani - E' infatti una risposta temporanea per 18 donne e minori per un periodo di 12 mesi, rinnovabile fino a 24 ed eccezionalmente fino a 36, in cui ci sarà anche un percorso di crescita personale fino al recupero dell'autonomia». «Non è un intervento assistenziale, ma una risposta alle donne e alle famiglie in difficoltà per emanciparsi dai bisogni - ha aggiunto il consigliere regionale Ciolini - Chi viene ospitato qui infatti non avrà solo un alloggio, ma sarà avviato in un percorso verso il recupero di competenze lavorative e dell'autonomia, circondato dal tessuto sociale di Iolo. Il metodo adottato, della coprogettaqzione e coprogrammazione degli interventi sociali con i soggetti che gestiscono concretamente le situazioni di disagio, è condiviso anche dalla Regione Toscana per dare risposte più mirate ai bisogni».  

La Ginestra è una struttura costituita da un edificio risalente probabilmente ai primi del ‘500, sottoposta ad un importante opera di restauro conservativo, dopo l’acquisto da parte del Comune di Prato, nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica ed edilizia della frazione di Iolo. Le antiche stanze di quello che finora era nominato come “Casone”, ospiteranno da questo mese, famiglie e donne con bambini in progetti di autonomia e di uscita da situazioni di disagio e emergenza abitativa, che vivranno in casa famiglia, con sorveglianza h/24 o in appartamenti con la modalità del co-housing.

Si tratta di 18 posti per donne e bambini in Casa famiglia e 6 appartamenti per ospitare temporaneamente famiglie in coabitazione. L’accoglienza prevede progetti di autonomia, e sviluppo di tutte le potenzialità affinchè, dopo un periodo massimo di 12  mesi eventualmente prorogabili di sei mesi in sei mesi fino ad un massimo di 36 mesi, le persone possano lasciare la struttura e vivere senza più il supporto pubblico. Sono già presenti in questo momento tre donne e tre bambini.

Il progetto di ristrutturazione è stato diretto dall’arch. Francesco Procopio del Servizio Lavori pubblici e mobilità, mentre il progetto di servizi e attività è stato definito e curato del Servizio Sociale del Comune, e affidato con gara pubblica a gestori del terzo settore.

Le attività quotidiane infatti (il coordinamento, gli educatori- animatori per le attività con i bambini, gli esperti per il lavoro, i tutor per l’autonomia, assistente di base addetto all’accoglienza, consulente per l’accesso alla casa, consulenza legale, servizi di mediazione linguistica e traduzione) sono realizzate dall’ ATI formata dal Consorzio Metropoli S.c.s., tramite l’associata Alice Cooperativa Sociale Onlus e CO&SO Consorzio per la cooperazione e la solidarietà, con le associate Cooperativa Il Girasole e Cooperativa Archè.

Casa Famiglia per donne e minori: Tra le persone in situazione di emergenza abitativa, le donne risultano, rispetto agli uomini, maggiormente soggette a quelle condizioni di fragilità che ne sono causa. Più facilmente infatti si trovano in temporanea necessità di alloggio per sfratto, separazione, mancanza di lavoro con conseguente perdita di autonomia, crisi temporanea dovuta a condizioni economiche critiche, solitudine o isolamento, risultando così esposte a rischio psico-sociale e condizioni di disagio e marginalità.

E’ una struttura H24 cioè significa che i servizi sono erogati giorno e notte; infatti mentre il giorno le donne sono seguite da una equipe di esperti che sostiene le donne in percorsi di inclusione e di integrazione sociale, la notte un servizio di portierato è attivo per la sorveglianza e per garantire rispetto a eventuali necessità.

Si tratta di un livello strutturato di presa in carico e un livello significativo di intensità assistenziale in risposta ai bisogni primari nella prima fase, successivamente gli interventi saranno concentrati sull’inclusione sociale.

Appartamenti in co-housing Adiacenti a tale struttura ci sono 6 appartamenti dove invece saranno ospitati nuclei interi in regime di cohousing. Gli ospiti hanno un reddito ma tale da non garantire la possibilità di pagare un affitto, così condividono nell’appartamento i servizi e l’uso della zona pranzo/cucina.

Gli interventi sono finalizzati all’incremento del livello di autonomia dei soggetti accolti riservando un’attenzione particolare al loro benessere psico – fisico, al fine di favorire la fuoriuscita dalle strutture assistenziali, anche attraverso interventi mirati di sostegno economico per l’acquisizione dell’alloggio e il monitoraggio successivo alla fuoriuscita del sistema.

Per entrambe le tipologie di ospitalità, centrale è il compito affidato al servizio sociale professionale nell’accompagnare le persone e le famiglie alla sottoscrizione di un “patto di inclusione sociale” che valorizzi le risorse e le competenze di ciascuno verso azioni di potenziamento sociale e miglioramento della condizione di partenza.

Appartamenti per le Forze dell’Ordine:  Oltre ai sei appartamenti sopra citati la ristrutturazione ha interessato altri tre appartamenti che l’Amministrazione nella fase di approvazione del progetto ha scelto di destinare alle Forze dell’Ordine.

cb

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