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Comune di Prato

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01/12/2020 16:27
Lavoro Stamani l'incontro online“Cambia-menti: 1 dicembre 2013 – 1 dicembre 2020" a 7 anni dalla tragedia di via Toscana in cui morirono bruciati 7 operai cinesi

Il Piano regionale per il Lavoro sicuro proseguirà e si evolverà nel segno della prevenzione

In 7 anni controllate 14mila aziende e incassati 18 milioni di euro dalle sanzioni

Il Piano per il lavoro proseguirà, allargando il raggio alla sicurezza sul lavoro tout court, nel segno della prevenzione più che del controllo. Lo hanno confermato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l'assessore regionale all'Immigrazione e Politiche per la legalità  Stefano Ciuoffo rispondendo a diverse sollecitazioni arrivate in tal senso durante l’incontro online “Cambia-menti: 1 dicembre 2013 – 1 dicembre 2020: le attività, i risultati e le prospettive del Piano Straordinario Regionale per il Lavoro Sicuro a 7 anni dalla tragedia della Ditta Teresa Moda”, trasmesso stamani in diretta sul canale Youtube del Comune di Prato. L'iniziativa, promossa dal Comune di Prato nel 7° anniversario del rogo  era un momento di riflessione, di confronto e di aggiornamento sulle attività del Piano Straordinario Regionale per il Lavoro Sicuro promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con le Istituzioni e le Forze dell'Ordine.

Sono intervenuti il sindaco Matteo Biffoni, il direttore del Dipartimento Prevenzione Azienda USL Toscana Centro Renzo Berti, il console generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze Wang Wengang, il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Prato Giuseppe Nicolosi, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l'assessore regionale all'Immigrazione e alla Sicurezza Stefano Ciuoffo, il prefetto di Prato Lucia Volpe, la presidente della Camera di Commercio di Prato e Pistoia Dalila Mazzi e le categorie economiche, rappresentate da Francesco Viti, presidente di Federmoda Cna, e del presidente di Uil Prato Rodolfo Zanieri per  CGIL - CISL- UIL.  L'incontro è stato coordinato dall'assessore alle Politiche di Cittadinanza Simone Mangani.

Nel rogo della confezione su cui vennero puntati i riflettori mediatici di tutta Italia morirono 7 operai cinesi, cinque uomini e due donne: Rao Zhangjian, Xue Xieqing, Dong Wenqiu, Zheng Xiuping, Lin Guangxing, Wang Chuntao e Su Qifu. Una tragedia che ha segnato uno spartiacque per la presa di coscienza di quanto avveniva nei capannoni produttivi, tra giacigli di cartone e cucine improvvisate in mezzo alle taglia e cuci, con un esteso sistema di connivenze e convenienze in chiaroscuro.  

Come ha evidenziato Renzo Berti, sono oltre 14mila in sette anni le imprese controllate  nell’ambito del Piano Lavoro Sicuro della Regione Toscana, dal settembre 2014 al 31 ottobre 2020, e quasi 18 milioni di euro incassati dalle sanzioni per le irregolarità riscontrate, con un trend di regolarità nelle aziende che è più che raddoppiato, dal 20% del 2014 al 48% del 2020.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco Matteo Biffoni: « E’ doveroso commemorare la giornata del 1° dicembre per ricordare i sette lavoratori, cinque uomini e due donne, che persero la vita nel 2013 in quel terribile rogo nella Ditta Teresa Moda. È stato un fatto molto doloroso per la tutta nostra comunità, un punto di non ritorno oltre il quale non si poteva più andare e le istituzioni allora hanno messo insieme tutte le proprie energie e competenze per combattere lo sfruttamento lavorativo, per salvaguardare la sicurezza e la salute di tutti nel luogo di lavoro e difendere la concorrenza leale. I diritti dei lavoratori non sono merce di scambio e la legalità, che è frutto di battaglie sociali antiche combattute con passione e per le quali molti hanno perso la vita, va tutelata sopra ogni cosa. Non è tutto a posto e molto ancora resta da fare, ma il lavoro fatto fin qui da tutte le istituzioni coinvolte è stato prezioso e determinante”.

I numeri confermano che le irregolarità sono diminuite nella Terza Fase e che si sono fatte meno gravi rispetto all’inizio. E' il segnale che molto è cambiato dopo sei anni dall'avvio di controlli straordinari dei 74 ispettori del Nucleo per verificare la sicurezza nei luoghi di lavoro, come ha sottolineato il responsabile Renzo Berti. “Sicuramente ancora non è tutto a posto, come ha detto il sindaco Matteo Biffoni, ma il cambiamento è evidente e i controlli del Piano hanno avuto risvolti anche sul fronte della regolarità fiscale e del pagamento delle tasse. Si tratta però di un cambiamento fragile e adesso è necessario fare un ulteriore scatto di maturazione passando alla sicurezza sui luoghi di lavoro che nasce dal senso di responsabilità e non dal controllo e dalla sanzione, una responsabilità non subita ma interpretata. E’ questo che ci darebbe una corretta gestione della sicurezza, che non può essere solo frutto di un controllo a cui sottostare. E’ necessario allargare ulteriormente il raggio ispettivo e farlo combaciare con i controlli ordinari, quindi sviluppare un intervento che allinei l’attività di controllo sulle aziende cinesi a quelli che riguardano tutta la comunità”. Il presidente Eugenio Giani ha confermato gli impegni per lo sviluppo del Piano Lavoro Sicuro, come ha detto anche l'assessore regionale Stefano Ciuoffo, proseguendo nel segno della continuità un’esperienza che è partita da Prato e che “è stata utilizzata come modello in altre realtà produttive della Regione, un esempio che ha fatto scuola”.  

Il Console generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze Wang Wengang  ha ricordato la tragedia di sette anni fa e ha sottolineato il grande sforzo della comunità cinese per garantire il rispetto delle regole del Piano Lavoro Sicuro, nonostante ci sia ancora da fare Il Console ha ricordato che quest'anno ricorrono cinquanta anni di relazioni tra Cina e Italia e che laq comunità cinese continuerà ad impegnarsi "per il rispetto, l'aiuto reciproco, il mutuo vantaggio ma anche per la promozione dell'integrazione: negli anni si è consolidato il dialogo tra il Consolato e il Governo regionale per la tutela della sicurezza dei lavoratori”.

Al 31 ottobre 2020 i dormitori abusivi sono il 3,1%, calati del 68% tra la Fase 1 (dal settembre 2014 all’aprile 2015) e la 3, gli impianti elettrici non a norma sono il 3,7%, giù dell’80%, i sequestri e le chiusure scesi allo 1,4% dal 5,7 del 2014, ovvero il 75% in meno. Ma oltre al problema della sicurezza nei luoghi di lavoro c’è quello dello sfruttamento della manodopera, come ha sottolineato il procuratore capo Giuseppe Nicolosi allargando il tema di confronto: «Molti procedimenti contro lo sfruttamento lavorativo sono nati grazie alla collaborazione e la sinergia nata con gli ispettori del nucleo Lavoro sicuro e le istituzioni. Abbiamo a che fare con forme di riduzione di schiavitù nelle aziende inaccettabili nella nostra società e non si può pensare che la soluzione sia nei controlli e nella repressione giudiziaria, anche per tempi e procedure che non riuscirebbero a contrastare il fenomeno. Sarebbero quindi necessari un intervento e un maggiore impegno in questo senso da parte delle istituzioni cinesi, a tutela dei lavoratori sfruttati e non dei datori di lavoro. Dobbiamo elevare il livello della collaborazione tra istituzioni che ha già dato buoni frutti”.

Il console cinese Wang Wengang ha auspicato il raggiungimento degli obiettivi di legalità e sicurezza nei luoghi di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire nel lavoro svolto per sensibilizzare e informare le aziende sulle normative vigenti.

In rappresentanza delle categorie economiche è intervenuto Leandro Vannucci, presidente di Cna Toscana Centro: “Siamo in prima linea per combattere l'illegalità nel lavoro. E per diffondere le informazioni e le conoscenze delle regole abbiamo istituito corsi di formazione proprio per aziende straniere e imprenditori che invitiamo a partecipare. La funzione informativa per noi serve ad inviare un messaggio chiaro:  “noi siamo qui”». Un obiettivo condiviso anche dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che attraverso l’intervento del segretario Cgil Lorenzo Pancini hanno dichiarato l’impegno per affiancare i controlli con azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte ai lavoratori. con l'obiettivo di arrivare ad una maggiore presa di coscienza del valore della sicurezza nei luoghi di lavoro e della legalità”.

E' poi intervenuto l'assessore regionale Stefano Ciuoffo, alla sua prima occasione pubblica per le deleghe dell'immigrazione di cui ha preso le redini: "A seguito della tragedia accaduta sette anni fa, lo Stato, nelle sue varie articolazioni, dalla Regione al Comune, passando per gli organi di giustizia e di ordine pubblico, ha agito in sintonia affinché quanto accaduto non si ripetesse. Tali attività hanno portato risultati importanti, sia in termini di controllo che di prevenzione, affinando nel tempo i tipi di azioni e politiche attive sul territorio. Quello che ha destato le Istituzioni e l’intera comunità toscana consisteva nel fatto che non si trattava di un incidente di lavoro, ma di persone tenute in condizione di schiavitù . . Vi era quindi la presenza di un problema ulteriore a quello fondamentale sulla sicurezza sul lavoro, che riguardava un modello strutturato di oppressione e di schiavitù. Da qui il cambio di passo nella gestione e controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro, rifiutando l'idea che si potesse ascriverlo a un fenomeno endemico delle economie emergenti. Da allora si è avviato un percorso di riscatto, consapevoli che ogni forma di illegalità indebolisce qualsiasi tessuto sano e capace, come quello delle nostre imprese. Un distretto che ha pagato il conto in termini di immagine , correndo il rischio di passare come acquiescente a tali pratiche inumane e illegali. La Regione, come ha detto il presidente Eugenio Giani, c'è e continuerà il suo impegno implementando il Piano per il Lavoro Sicuro, che potrà essere preso ad esempio anche per altre realtà toscane che vivono criticità analoghe. Voglio ringraziare il Console Cinese per le sue parole: c'è una lunga strada da percorrere per consentire ai lavoratori di operare in sicurezza e questa strada la faremo insieme. Mi auguro infine che la sollecitazione che il dottor Nicolosi ha posto sia colta: l'importanza della dignità della persona rispetto alla libertà di impresa. La libertà deve rispettare la dignità umana in primo luogo, garantendo a ciascun lavoratore i suoi diritti inalienabili".

La presidente della Camera di Commercio Dalila Mazzi ha presentato dei numeri significativi della realtà di Prato mettendo in evidenza che "su più di 28 mila aziende attive sul territorio pratese, oltre 9 mila, cioè quasi un terzo, sono a conduzione straniera e di queste più della metà sono a conduzione cinese". "La presenza di aziende a conduzione straniera a Prato rispetto alla media nazionale è di circa 3 volte tanto, infatti la Provincia di Prato è al primo posto nella graduatoria nazionale con circa il 30% rispetto alla media nazionale del 10,7%. Rimane confermata la vocazione manifatturiera per le aziende a conduzione cinese che rappresentano il 55,4% del comparto industriale della Provincia di Prato. Le confezioni sono più dell'88% del totale e nel tessile le aziende cinesi sono oltre il 22% del settore”.   “In sette anni è stato fatto tanto - ha aggiunto Rodolfo Zanieri di Uil-  il Piano Lavoro Sicuro ha fatto scuola ed è stato preso come esempio da molte altre città non solo in Toscana. Dobbiamo però continuare ad impegnarci per cercare di invertire la tendenza che nel 2020 vede Prato al primo posto per numero di infortuni mortali sui luoghi di lavoro. La salute e la dignità sono i valori alla base della nostra comunità. La sicurezza non è un business e dobbiamo lavorare con unità di intenti in maniera concreta e mirata per favorire il rispetto delle regole”.

Ha concluso il prefetto di Prato Lucia Volpe, che ha definito la leale concorrenza un principio cardine della nostra economia, oltre alla sicurezza sui loghi di lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori: "E' giusto dire che la lotta allo sfruttamento lavorativo e alla violazione delle norme igieniche, di sicurezza, di edilizia è stato possibile grazie alla sinergia creata dalle Forze dell'Ordine, Polizia municipale, Ispettorato del Lavoro, Inps, Asl, Arpat, Alia, insieme alle istituzioni della città, Comune, Provincia, Regione, Prefettura, Procura della Repubblica. Una sintesi di competenze e professionalità che ha dato una risposta univoca".

 

cbnp

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