A Berlino in mostra l'economia circolare made in Prato
Creare anelli anziché linee: dall'economia circolare alla società circolare.
“Nell'attuale modello economico e sociale – si spiega nella presentazione della mostra – l'uso delle risorse e delle cose segue in gran parte uno schema lineare, quello del "prendere, produrre, sprecare". Il consumo di materiale a livello mondiale è aumentato di otto volte negli ultimi 100 anni ed è probabile che aumenti di un ulteriore 17% entro il 2050. Questo comporta oltre a problemi ecologici anche un aumento della disuguaglianza sociale e dello sfruttamento lungo le catene di produzione globalizzate.
In contrasto con il modello economico lineare, l'economia circolare vorrebbe mettere in rete i flussi di materiale tra loro: prodotti e materiali dovrebbero essere progettati e costruiti in modo tale che alla fine del loro ciclo di vita trovino un nuovo utilizzo o possano essere riportati ai cicli tecnici o biologici.
Sul tema della circolarità quindi i curatori dopo un'accurata indagine hanno selezionato alcune pratiche esemplari e significative, una selezione di progetti lungimiranti: a partire dalla Germania stessa per arrivare fino all'Italia con Prato Circular City e alcune esperienze di aziende pratesi esemplificativi per la capacità di fare del riuso e della circolarità il tratto distintivo della propria azienda; con processi e prodotti caratterizzati da un alto tasso di creatività e da un’alta qualità.
Il ruolo del materiale: Prato città circolare e le sue aziende protagoniste in mostra.
Il materiale e il suo consumo sono al centro dei problemi descritti di un sistema economico lineare. Anche per questo l’attenzione della mostra focalizza sulla città di Prato conosciuta in tutto il mondo per la sua industria tessile sin dal XIX secolo e che ha una lunga tradizione di utilizzo sostenibile delle materie prime. Attraverso l'innovazione dei processi produttivi, la rigenerazione dello spazio urbano e il rafforzamento della coesione sociale, la transizione verso una città circolare dovrebbe compiersi entro il 2030. Design Lab # 8 presenta l'applicazione conseguente dei principi circolari di Prato utilizzando progetti esemplari del settore tessile e non solo.
Nella mostra a Berlino la città di Prato è presente per la capacità di rigenerazione urbana esemplificata dalla storica “Cimatoria Campolmi”, con la sua conversione da manifattura a biblioteca e Museo del Tessuto; per le politiche di promozione dell’economia circolare con i tavoli di Prato Circular City e con il RECÒ FESTIVAL, primo Festival dell'Economia Circolare in Italia, che nel 2019 è stato promosso e organizzato da Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica e Comune di Prato, per sensibilizzare società civile e settori produttivi sull'economia circolare. https://www.recofestival.it
Presenti poi tre aziende con le loro produzioni:
La startup Rifò, produttrice di moda sostenibile (https://rifo-lab.com/en ) con le sue produzione e, in particolare, con il progetto "RE-THINK YOUR JEANS", esempio virtuoso di progetto multi-stakeholder per l'economia circolare. Il progetto coinvolge prevede che i jeans usati lasciati dalle persone negli appositi box disponibili presso i negozi NaturaSì di Prato, Pistoia, Lucca e Parma saranno raccolti da Recooper e sottoposti a un processo di rigenerazione da parte di Pinori Filati che li trasformerà nel suo iconico filato sostenibile di jeans. Grazie al progetto "Re-Think your Jeans" chiunque può dare ai jeans una seconda vita.
Manteco SPA, azienda tessile leader per sostenibilità e tessuti di alta qualità dal 1943. Nata inizialmente come una piccola filatura nel 1941, con Enzo Anacleto Mantellassi che avvia la produzione di filati riciclati, ottenuti rigenerando vecchi indumenti e coperte militari; oggi l’azienda è un punto di riferimento nel mondo della moda, grazie alla propria ricerca costante, brevetti su varie soluzioni tessili innovative, e per aver portato – con MWool® - i tessuti di lana riciclata al livello del lusso. Tramite la propria roadmap di sostenibilità, MantEco for Planet®, aderisce ai principi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ed è stata la prima azienda tessile ad applicare uno studio scientifico LCA (Life Cycle Assessment) sui suoi tessuti di lusso, realizzati con lana riciclata. https://www.manteco.com
Mariplast con il progetto re+ brand italiano di illuminazione ecosostenibile che vede la collaborazione con il designer stefano giovacchini e con gli architetti sabrina bignami e alessandro capellaro. Impianti e soprattutto stampi già esistenti si trasformano, grazie all'intervento del designer, da oggetti industriali tecnici in oggetti di design: l'utilizzo di risorse già presenti (oltre all'uso di materiali di riciclo e riciclabili) consente di tutelare l'ambiente e di poter offrire oggetti di design democratico, accessibile a tutti. Il tessile quindi che resta e si combina con la luce: nessun impatto ambientale, ma un connubio armonioso. Nessuno spreco, ma un nuovo scopo all'esistente. Costruire con materiali riciclati un prodotto a sua volta interamente riciclabile. www.repiu.it
Il Design Lab # 8 è curato da Claudia Banz, Barbara Lersch, Kaja Ninnis, ed è finanziata dal Kuratorium Preußischer Kulturbesitz.
La mostra su FACEBOOK, INSTAGRAM, LINKEDIN
La mostra potrà essere vista anche sulla pagina Facebook del Kunstgewerbemuseum https://www.facebook.com/kunstgewerbemuseum sulla pagina Instagram del Staatliche Museen zu Berlin https://www.instagram.com/staatlichemuseenzuberlin e sul profilo Linkedin della associazione Hans Sauer Stiftung https://www.linkedin.com/company/hanssauerstiftung/
np
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