6 settembre. Biffoni: "Mettere a repentaglio i più deboli è un tradimento della Costituzione"
"Questo consiglio comunale ha portato in un luogo iconico della lotta partigiana le istituzioni, i valori che qui sono rappresentati e che abbiano voluto onorare tutti insieme per questi 29 Martiri. Voglio innanzitutto salutare un amico, non era un partigiano, ma sarebbe stato qui se il Covid non ce lo avesse portato via, Alessandro Menicatti. Ai no vax lo dico: io, noi, abbiamo perso un amico.
Voglio ripartire dalla prima celebrazione del 6 settembre che ho
fatto da sindaco, dove facemmo un patto. Nessuno di noi può
pensare di essere all'altezza di quell'esempio ma i 29 martiri sono
il nostro punto di riferimento. Il sacrificio di quei ragazzi ci ha
lasciato la Costituzione, un punto di riferimento che ci aiuta a
trasformare quei valori in futuro, costruiscono un percorso di
memoria che diventa futuro attraverso la Costituzione.
E senza dubbio la cultura è uno degli strumenti con
cui questi valori si trasmettono. È con orgoglio che ricordo
come Prato sia stata la prima città in Italia dopo il
lockdown a riaprire i luoghi della cultura. Un segnale importante
per costruire il futuro, perché lì c'è la
nostra storia, ci sono i nostri valori.
Oggi, dentro la cornice costituzionale possiamo prendere la
rincorsa per ricostruire il Paese. Una sfida che noi dobbiamo
correre, perché viviamo ancora senza la libertà
completa dobbiamo ancora uscire da questo periodo complicato. Il
nostro percorso deve basarsi sulla Costituzione. E quando per
esempio noi tuteliamo il mondo del lavoro in un contesto complicato
- voglio ricordare che il tessile è l'unico settore nel
quale è stato prorogato il blocco licenziamento -, lo
dobbiamo fare con gli strumenti della Costituzione nel rispetto
delle regole, dentro quella cornice dei valori democratici,
altrimenti il rischio è la prevaricazione del più
prepotente, non il sostegno del più debole; vince chi urla
di più e chi espone i più deboli o chi rispetta le
regole per tutelare i più deboli?
Esporre i più deboli, esporli al pericolo, non
tutelarli con gli strumenti che ci dà la Costituzione
rischia di rompere un meccanismo in un percorso delicato, in un
contesto economico che è e sarà molto complesso nei
prossimi mesi. La condivisione ci deve essere, ma solo in un
parametro in cui sono rispettate le regole da parte di tutti. Non
c'è libertà se c'è odio e violenza, non
c'è libertà se c'è prevaricazione.
E voglio ricordare le parole del Presidente Mattarella: non
si invochi la libertà per non fare il vaccino. Se siamo una
comunità si gioca in un tavolo condiviso.
Mettere a rischio i più deboli, nel lavoro o in campo
sanitario, è un tradimento della Costituzione. Ci vuole uno
sforzo importante nel nome della Costituzione.
Serve la capacità di essere uniti per ripartire dopo
questa fase così difficile che non è finita. I valori
della memoria dovranno essere proiettati al futuro. Una sfida
difficile ma che possiamo affrontare, tutti insieme".
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