Sicurezza, democrazia e Cittą. L'esperienza di Prato al centro del Forum europeo per la sicurezza urbana
Il sindaco Matteo Biffoni è intervenuto alla Conferenza Internazionale “Sicurezza, Democrazia e Città” organizzata dal Forum Europeo per la Sicurezza Urbana a Nizza. Un'occasione per mettere a confronto le esperienze dei sindaci dei principali Paesi europei sullo sviluppo urbanistico, la gestione delle tensioni sociali, l'inclusione e la sicurezza urbana e scambiarsi buone pratiche tra realtà cittadine europee.
Insieme a Biffoni, che è intervenuto portando l'esperienza di Prato oltre che come presidente Fisu, erano presenti Oriol Amoros (segretario generale del ministero degli interni della Catalogna), Hanse Bonte (sindaco di Vilvoorde, Belgio), Maria Luisa Salgueiro (sindaco di Matosinhos, Portogallo), Christian Specht, (sindaco di Mannheim, Germania), Tadeusz Truskolaski (sindaco di Bialystok, Polonia) e Roger Vicot (vicepresidente di Lille e presidente del Forum francese per la sicurezza urbana).
"Ogni territorio ha le proprie peculiarità, ma mettere a confronto esperienze diverse è fondamentale perché le esigenze sono analoghe per tutte le comunità - spiega Matteo Biffoni -. Nel confronto con altre realtà europee è evidente che l'emergenza che tutti ci troviamo ad affrontare in questo momento è legata all'impatto della pandemia sulle comunità e sull'economia. Lavorare sulla coesione sociale, riducendo la frammentazione, sul disagio giovanile, sulla formazione e la riqualificazione urbanistica significa fare un importante intervento di prevenzione rispetto alle questioni di sicurezza urbana in senso stretto". Al centro del dibattito tra amministratori anche le diverse esperienze legate all'inclusione e alla gestione dei flussi migratori, in particolare a livello locale, se pure con le differenze legate alle rispettive normative nazionali.
Secondo le diverse esperienze degli amministratori europei un ruolo importante è quello della partecipazione dei cittadini che deve essere promossa come uno strumento di intervento trasversale, dal momento che permette il coinvolgimento della società civile in tutte le fasi: la definizione, l’implementazione e la valutazione delle politiche pubbliche. Lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva deve prevedere anche il coinvolgimento diretto dei cittadini, soprattutto dei più giovani, nelle politiche di sicurezza, in particolare attraverso l’educazione alla legalità e la condivisione dei valori di giustizia. "Un impegno che portiamo avanti da anni, ma che deve essere ulteriormente rafforzato in questa fase - ha concluso Biffoni -. Dalla Francia al Portogallo, dall'Olanda all'Italia chi amministra le città sa bene che la partecipazione attiva delle comunità è essenziale per lo sviluppo dei territori".
edr
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