Educare alla legalità, con "Voci dall'altra parte della città" gli studenti del Copernico incontrano due detenuti de La Dogaia
Stamani 17 febbraio si è tenuto l'incontro online " Voci dall'altra parte della città", organizzato dalla Polizia Municipale di Prato e che ha coinvolto l'Amministrazione comunale e gli studenti di alcune classi del Liceo Copernico. L'incontro, inserito nel quadro dell'educazione alla legalità, ha voluto mettere in guardia i ragazzi dai pericoli derivanti da determinate condotte o comportamenti accentuati dalla pandemia, come l'abuso di alcol, l'uso di stupefacenti o il ricorso alla violenza.
Preziose, nello spazio dell'incontro, sono state le testimonianze di due detenuti del carcere pratese La Dogaia, Pasquale e José, che sono al termine di un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. Pasquale è riuscito a laurearsi in Economia e Commercio all'Università di Firenze, mentre Josè è prossimo al conseguimento della laurea in Storia Moderna. Una vita, la loro, scandita da studio e lavoro, in un lungo e difficile percorso di ricostruzione e recupero partito dalla consapevolezza di aver sbagliato e dal desiderio di ripartire da capo: "In un momento di disagio - ha esordito José - non ho saputo reagire in modo positivo e ho commesso un reato, causando sofferenza alla mia famiglia e lacerando il rapporto con alcuni dei miei famigliari. Ora sono qui e pagherò, ma in situazioni simili dobbiamo tirare fuori il meglio di noi. La cosa più positiva che mi è capitata da quando sono in carcere - ha aggiunto José - è stata sicuramente la possibilità di iscrivermi a Storia Moderna all'Università degli Studi di Firenze. Quello che vorrei per me, infatti, è solo un'altra possibilità."
Le parole di José erano state anticipate da quelle di Marco Maccioni, Comandante della Polizia Municipale, che aveva già messo in rilievo l'occasione dei detenuti di reimmettersi, nelle forme previste, in società: "Nel carcere i detenuti hanno l'opportunità di riscattarsi - ha commentato Maccioni, che ha poi aggiunto: la pandemia ci ha lasciato in eredità un più accentuato disagio giovanile, che trova la sua realizzazione in più forme. I giovani, che hanno partecipato in modo ridimensionato al mondo della scuola e a cui è stata tolta la socialità, hanno messo in essere atteggiamenti preoccupanti anche sfociati in manifestazioni violente. Questa è stata la ragione che ha ispirato l'incontro di oggi".
Animato è stato il coinvolgimento dei ragazzi delle sei classi del Copernico che hanno rivolto numerose domande ai detenuti sulla loro esperienza e in merito alla loro vita carceraria, mostrando così l'importanza di aprire canali, relazioni e interscambio tra studenti e detenuti. Sull'utilità di un incontro come quello di stamani si è espresso anche il sindaco Matteo Biffoni, che ha dichiarato: "Prevedere un momento di confronto come quello a cui partecipiamo oggi è un passaggio intelligente, perché pone i nostri ragazzi e non solo in un percorso di crescita e di dialogo. È infatti un'esperienza che può essere vissuta reciprocamente: ai giovani pratesi è offerta la possibilità di prendere contezza di un pezzo della nostra Città, magari poco conosciuto e troppe volte mitizzato, ma che è una realtà esistente e molto più complessa di come la immaginiamo; ai detenuti, per mezzo di questo appuntamento, è invece concesso il reinserimento sociale, mettendosi a dialogo con un parte della società, quella più giovane, in cui un giorno saranno reimmessi".
"Questo è solo un tassello del percorso educativo alla legalità promosso dalla Polizia Municipale di Prato - ha invece commentato Flora Leoni, assessore alla Polizia Municipale e alla sicurezza Urbana - ed è un'occasione per dialogare con coloro che sono 'dall'altra parte della società', che vedono ristretta la loro libertà personale e che non sono stati vinti dal timore che incutono le misure restrittive, ma hanno deciso di accedere a percorsi che offrono loro una prospettiva diversa del domani fuori dalle mure circondariali".
mp
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