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Comune di Prato

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07/03/2022 13:52
7 marzo corona Celebrazioni Il sindaco ricorda gli scioperi del 1944: "Cittadini come i russi arrestati in questi giorni per il loro no all'invasione in Uucraina"

7 marzo, Biffoni: "Rabbia e sgomento celebrare il 7 marzo in questo contesto storico"

Si è svolta questa mattina in piazza Santa Maria delle Carceri la cerimonia commemorativa “Marzo 1944”, in ricordo degli scioperi del marzo 1944 e dei 133 cittadini pratesi che vennero rastrellati per le strade e nelle fabbriche dalle truppe naziste e fasciste, per essere imprigionati nel Castello dell'Imperatore e poi deportati verso i campi di lavoro di Mathausen ed Ebensee. Dei 133 pratesi solo in 18 fecero ritorno.

La corona d'alloro alla lapide ai piedi del Castello dell'Imperatore è stata deposta dal sindaco Matteo Biffoni, dall presidente di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) sezione di Prato Gabriele Alberti e dal Prefetto Vicario dott. Vincenzo Arancio. In piazza erano presenti anche alcuni studenti delle scuole.

" Provo rabbia, sgomento e amarezza perché ci troviamo a celebrare quella che comunque è una festa in questo contesto storico. Il 7 marzo del 1944 quei tanti ragazzi, lavoratori, cittadini che a Prato come in altre città decisero di scioperare e scendere in piazza ricordano quello che oggi stanno facendo anche tante donne e uomini in Russia per dire no alla guerra e per questo vengono arrestati - ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni -. Mentre oggi ricordiamo chi ha sacrificato la propria vita per darci pace e libertà, a meno di due ore di volo da qui la gente sta morendo, le famiglie si stanno separando, bambini e donne fuggono dalle bombe. È difficile dare un senso a tutto questo e mi domando, ci domandiamo, come è possibile che dopo il sacrificio di tanti per la libertà dal nazifascismo ancora oggi assistiamo a una guerra di questa portata, con un popolo che è stato mandato in guerra contro un altro popolo". Biffoni continua: "Cosa possiamo fare davanti a questa tragedia? Dire Basta! È intollerabile ciò che sta accadendo in Ucraina, in pochi giorni registriamo un numero enorme di profughi come non avevamo mai visto, un numero che è destinato ad aumentare. Prendiamoci tutti almeno l'impegno morale di inviare un forte messaggio di condanna per una guerra inaccettabile. Finché non finiranno di tuonare i cannoni, non smetteranno di volare gli aerei continuiamo a gridare Basta! - ribadisce Biffoni, che ricorda gli altri scenari di guerra -. E diciamo basta anche a certa ipocrisia sulle guerre nel mondo, non scordiamo la follia talebana in Afghanistan e le tante guerre che lacerano intere popolazioni".

E il presidente di Aned Gabriele Alberti al termine del suo intervento ha lanciato un appello: "Oggi qui da questa piazza, in questo luogo di Memoria, che ricorda i nostri deportati pratesi, i nostri concittadini, ci rivolgiamo all’Unione Europea e a tutte le istituzioni democratiche del nostro Paese perché in modo unitario, senza se e senza ma, si prenda l’iniziativa per riaffermare un’Europa libera, unita e di pace come immaginata a Ventotene e come impostata e faticosamente costruita dai suoi fondatori!

Prima della cerimonia il sindaco Matteo Biffoni e l'assessore alla Pubblica Istruizione Ilaria Santi si sono recati scuola secondaria di I grado "Convenevole da Prato" per  consegnare una pergamena alle classi terze, che hanno realizzato un progetto sulle Pietre d'inciampo in occasione della Giornata della memoria. Con tale gesto, si vuole ricordare il loro impegno come custodi della memoria: "Avete fatto un lavoro magnifico - ha detto il sindaco agli studenti -. Custodire la memoria è più che mai necessario per comprendere a fondo ciò che proprio in queste ore sta accadendo. Vi invito a incontrare la delegazione di Ebensee quando verrà a Prato, perché nonostante l'esperienza drammatica della deportazione a Ebensee, sottocampo di Mathausen, il pratese Roberto Castellani riuscì a trovare la forza per creare un ponte di amicizia tra le nostre città, un ponte di pace fortissimo che ancora oggi ci lega".

edr

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