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Comune di Prato

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13/12/2022 15:00
Barberis Valerio Ambiente Ad un anno dall'installazione delle prime 30 centraline

AirQuino: il monitoraggio diffuso dell’ambiente urbano per pianificare le scelte del futuro

Ad un anno dalla loro entrata in funzione, lunedì 12 dicembre nella sede di PRlSMA di Via Galcianese 34, l’amministrazione comunale ed i partner del progetto Prato Urban Jungle hanno fatto il punto sul funzionamento delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria AirQino, collocate in tutto il territorio comunale per misurare i dati ambientali.

Sono stati presentati i risultati ad un anno dall’installazione delle centraline AirQino sul monitoraggio della qualità dell'aria e dell'ambiente nel Comune di Prato prodotto da CNR IBE nell'ambito del progetto europeo Prato Urban Jungle, finanziato dal programma Urban Innovative Actions. Dati che confermano le zone di criticità note – declassata ed autostrada su tutte – ma che danno un quadro più articolato di gran parte della città, suddiviso per stagioni e fasce orarie. In un anno di funzionamento, le centraline hanno letto e processato milioni di dati e consentito di dare un’idea della stagionalità di alcuni dati relativi alle polveri sottili, sia pm 2.5 che pm 10, del diossido di azoto (NO2) e dell’ozone (O3), nonché della Temperatura e dell’umidità dell’aria. Le centraline sono inoltre dotate di rilevatore GPS e modem 4G in modo da geolocalizzare e trasferire direttamente alla piattaforma informatica il dato rilevato da processare.

Le centraline AirQino sono caratterizzate da una tecnologia sperimentale, basata su sensori ottici ed algoritmi di conversione dei dati, che è a basso costo rispetto alle tradizionali centraline di ARPA basate su tecnologia gravometrica che sono quelle ufficiali del rilevamento dei dati. Questo consente una loro installazione sul territorio in modo più capillare e puntuale al fine di ottenere una mappatura diffusa della presenza di inquinanti. Pensate inizialmente per essere installate in prossimità dei siti pilota di Prato Urban Jungle, la loro diffusione è stata notevolmente ampliata in tutti i punti strategici della città.

Sono intervenuti Valerio Barberis, assessore urbanistica, ambiente ed economia circolare, Beniamino Gioli, dirigente di ricerca CNR IBE, Tommaso Giordano e Federico Carotenuto, ricercatori del CNR IBE, Bernardo Gozzini, direttore Consorzio LaMMA, Gaia Righini, ENEA - Divisione Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali.

Per l’assessore Valerio Barberis “Con Prato Urban Jungle abbiamo portato avanti la riflessione sulle risposte ai problemi di inquinamento atmosferico e di calore grazie alle Nature Based Solutions. Non solo fare forestazioni sperimentali, ma anche migliorare la manutenzione del verde esistente, ottimizzare la mobilità, modificare le abitudini dei cittadini in questa ottica. Ma per fare questo, sia per orientare le decisioni politiche che per monitorare i risultati, i dati sono fondamentali. L’installazione delle centraline AirQuino va a supporto di una politica “data driven”, centrale per impostare e monitorare la strategia di carbon neutrality della città in vista del 2030. I dati raccontano una situazione climatica che nelle città è complessa perché dipende da fattori antropologici, metereologici, tecnici. L’importante sarà lavorare con un approccio multidisciplinare e olistico, tenendo presente sia che l’ambiente non è competenza solo di urbanisti e agronomi, che il fatto che le politiche ambientali si devono integrare con welfare e sanità fin dal livello nazionale, come già sta facendo con la ASL in Toscana, dove si sta dando alla prevenzione e al verde nelle politiche di prevenzione un ruolo sempre più importante”.

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