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Comune di Prato

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15/12/2022 16:48
Comune di Prato Appuntamenti Martedì 20 dicembre alle 17, nel salone consiliare di Palazzo Comunale

Per i 110 anni dell'Università Popolare di Prato un convegno dal titolo "Le lingue come strumento di pace, di inclusione"

L'ospite relatore sarà il professore Hafez Hadiar, accademico emerito, docente, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano

In occasione dei 110 anni dell’Università Popolare di Prato, martedì 20 dicembre, alle 17, si terrà nel Salone Consiliare di Palazzo Comunale un convegno dal titolo "Le lingue come strumento di pace e di inclusione". L'evento è patrocinato dal Comune di Prato assessorato alla Cultura. 

I saluti istituzionali saranno affidati a Gabriele Alberti, presidente del Consiglio Comunale e a Simone Mangani, assessore alla Cultura. In rappresentenza dell’Università Popolare interverranno il presidente Claude Proserpio, la vicepresidente Matilde Bresci e Gabriele Altobelli per la presentazione del nuovo logo dell’Università Popolare.

L'ospite relatore sarà il professore Hafez Hadiar, accademico emerito, docente, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano. Introdurrà il curatore dell'evento Matteo Burioni e a moderare sarà il giornalista Piero Ceccatelli. Al termine sarà offerto a tutti i presenti dall’Università Popolare un piccolo rinfresco dell’azienda Terra mia.

L’Università Popolare di Prato nacque il 21 dicembre 1912, per opera del Professor Amerigo Bresci, e dei consigloeri comunali Vignolino Vignolini e Ulisse Chiavaroli. Tullio Buzzi ne fu il primo presidente. Alla base dell’impresa, il sentimento socialista di allora, che aveva a cuore l’educazione delle masse come mezzo più efficace per il progresso sociale. L’Università offriva conferenze su arte, storia, scienza, musica, oltre a gite sociali e concerti, e una biblioteca a disposizione dei soci. L’attività didattica si affievolì durante la prima guerra mondiale, per poi riprendere ininterrotta fino al 1930, anno in cui il PNF ne decretò la fine. Ricostituitasi all’indomani della seconda guerra mondiale, sotto la presidenza di Egidio Bellandi, l’università tornò a essere un punto di riferimento per la cultura cittadina, con mostre di pittura, conferenze di importanti personaggi dell’epoca, e poi, dagli anni sessanta, anche corsi professionali e di lingue straniere. Attraversati fra alti e bassi gli anni settanta e ottanta, adesso, anche a seguito del Covid, l’attuale presidente, sta lavorando insieme al suo direttivo per riportare l’Università ai livelli di un tempo. 

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