Città sostenibili: circolarità ed emissioni in edilizia”, l’evento finale del progetto europeo URGE – circUlaR buildinG citiEs a PRISMA.
L'economia circolare anche nell'edilizia e in un modo di costruire più green è stata al centro dell'evento conclusivo del progetto europeo URGE – circUlaR buildinG citiEs, di cui il Comune di Prato è partner: venerdì scorso nel pomeriggio presso la sede di Prisma si è svolto l’evento di restituzione dei risultati raggiunti, dal titolo “ Città sostenibili: circolarità ed emissioni in edilizia”.
URGE - circUlaR buildinG citiEs è un progetto europeo, di cui la città di Prato è partner, finalizzato allo sviluppo di politiche urbane integrate di economia circolare applicate al settore delle costruzioni. Il progetto stato finanziato nell'ambito del programma URBACT e ha coinvolto 9 città europee (oltre a Prato, Granada, Copenaghen, Monaco, Utrecht, Kavala, Nigrad e un consorzio di comuni in Portogallo). L'output finale è l'elaborazione di un Piano di Azione Integrato che permetta alla città di intraprendere la transizione circolare nel settore edilizio. Il progetto si è concluso formalmente a fine luglio 2022, dopo circa due anni e mezzo di lavoro. La metodologia utilizzata dal programma ha la costituzione di una ULG (gruppo di azione locale), composto da alcuni stakeholder di settore.
Durante l’evento è stato presentato il Piano di Azione Integrato (IAP) per la città di Prato, elaborato grazie al progetto europeo URGE e il percorso che la città andrà a compiere nei prossimi mesi per dotarsi di un piano d’azione che avrà come obiettivo quello di raggiungere la neutralità climatica al 2030, in seguito alla selezione che la Commissione europea ha fatto selezionando il comune tra le 100 città intelligenti, la cosiddetta “Missione Città”, che dovranno conseguire questo obiettivo.
Infine, l'iniziativa ha previsto anche una parte formativa con l'accreditamento rivolta ai professionisti del Palazzo delle Professioni a cura di Valerio Barberis Leonardo Borsacchi e Daniela Tacconi (ARCO) e Marco Caffi (Green Building Council Italia).
“Si è concluso il percorso per individuare azioni e visioni strategiche nell’edilizia urbana e contribuire a uno sviluppo più sostenibile della città - commenta l’assessore Barberis - grazie al progetto URGE, il Comune ha sviluppato buone pratiche per ridurre l'impatto ambientale ed economico della demolizione degli edifici, anche mappando e tracciando il flusso dei materiali; ad esempio nell’abbattimento dell'ex ospedale Santo Stefano. Un’iniziativa con importanti spunti di riflessione, grazie al livello dei relatori e dei partecipanti. L'occasione per ricordare che l’impegno della Città di Prato nell’ambito dell’economia circolare verrà ancora una volta rinnovato con Prato Carbon Neutral, per cui Prato sarà chiamata a firmare il “Climate City Contract”. Un ringraziamento speciale agli esperti scientifici Leonardo Borsacchi e Daniela Tacconi di ARCO Lab e Marco Caffi, direttore della Green Building Council Italia e Vicepresidente della Rete Regionale Europea di Green Building Council scelti nel panel dei discussant.”
“Come GBC Italia abbiamo raccolto con estremo interesse l’invito del Comune di Prato, Socio della nostra community, a partecipare a questa giornata dedicata al tema della transizione circolare nel settore edilizio”. Dichiara Marco Caffi – Direttore del Green Building Council Italia, che prosegue: “Si tratta di una tematica particolarmente complessa, su cui GBC Italia sta lavorando da diversi anni sia a livello nazionale, anche grazie alla pubblicazione di un Position Paper e di linee guida specifiche per il settore, sia a livello internazionale, partecipando attivamente al programma Circularity Accelerator del World GBC.
Per implementare l'adozione dell'economia circolare e l'efficienza delle risorse nel settore dell'edilizia e delle costruzioni serve un’azione integrata e collaborativa tra tutti i soggetti coinvolti. Il progetto europeo URGE - circUlaR buildinG citiEs e le attività sviluppate dalla città di Prato si muovono proprio in questa direzione, definendo piani d’azione condivisi e nuovi strumenti capaci di migliorare fattivamente la gestione del fine vita degli edifici”.
Condividi su: