Le celebrazioni per il Giorno del Ricordo organizzate dal Comune di Prato
Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, in memoria
delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e
delle vicende del confine orientale.
La ricorrenza, istituita con la legge 92 del 30 marzo 2004,
vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro
terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e
della più complessa vicenda del confine orientale".
A Prato le celebrazioni inizierranno alle 9.30 con la deposizione di una corona d'alloro da parte del presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti alla lapide commemorativa in via Martiri delle Foibe.
Alle 15 nel Salone consiliare del Comune la seduta della
Commissione consiliare 5 Cultura e Istruzione dedicherà un
approfondimento sul tema "Storia vissuta e memorie da condividere,
cosa significa parlare di confine orientale" con lo storico Claudio
Vercelli dell'Istituto degli Studi storici di Torino, il professor
Luca Bravi del Dipartimento Formazione e Intercultura
dell'Università di Firenze, il presidente del Consiglio
comunale Gabriele Alberti e l'assessore alla Politiche della
memoria Ilaria Santi. L'incontro è aperto al pubblico e
sarà possibile seguirlo anche in streaming sul sito web del
Comune
(https://governo.comune.prato.it/it/consiglio/streaming-video-delle-sedute-del-consiglio-comunale/pagina58.html
)
Da molti anni continuano riflessioni e gli approfondimenti
sulla storia e sugli eventi che caratterizzarono gli ex territori
italiani della Dalmazia e dell’Istria, dal momento in cui
passarono all’Italia nel 1918 fino al ritorno definitivo di
Trieste all’Italia (1954) e alla firma del trattato di Osimo
che confermò i nuovi confini tra Italia ed ex Jugoslavia
usciti dal Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947: "Con questo
incontro - spiega il presidente del Consiglio Alberti -
vogliamo approfondire e conoscere meglio i fatti storici che
portarono alla tragedia delle foibe e all'esodo delle popolazioni
di Dalmazia e Istria, perchè la storia è patrimonio
di tutti e non deve essere oggetto di divisioni politiche".
cb
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