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Comune di Prato

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01/03/2023 10:41
Alberti Gabriele Anniversari Spettacolo teatrale, deposizione della corona, consiglio comunale straordinario e presentazione di un libro

Commemorazione degli scioperi del marzo 1944: il programma delle iniziative

Nella vetrina dell'Urp e durante la seduta del consiglio sarà esposto il disegno "Testa di Cristo" di Mario Morgante realizzato nell’agosto 1944 a Ebensee e prestato all'Aned

Prenderanno il via venerdì 3 marzo le iniziative per la commemorazione dell' anniversario degli scioperi del marzo 1944 a cui seguì la deportazione di molti cittadini pratesi ad Ebensee, cittadina austriaca gemellata dal 1987 con Prato che ospitò uno dei più orribili e crudeli campi di sterminio dell'intero sistema dei lager nazisti.

Al Teatro Magnolfi, alle 9 e alle 11, andrà in scena "Marzo 1994" uno spettacolo che porta in scena la dimensione familiare della deportazione, attraverso le memorie di Giancarlo Biagini, a lungo presidente di Aned Prato e figlio di Diego, operario arrestato nel marzo '44, deportato e ucciso a Mauthausen. Lo spettacolo è a cura di Metropopolare con la regia e drammaturgia di Livia Gionfrida, il testo di Tommaso Santi, con Giulia Aiazzi e Livia Gionfrida e la musica dal vivo di Alice Chiari. L'evento è riservato al pubblico scolastico ed è promosso da Aned Prato con la collaborazione del Museo della Deportazione e Resistenza e con il contributo e il patrocinio del Comune di Prato.

Martedì 7 marzo poi, giorno in cui cade l'anniversario, alle 12 in piazza Santa Maria delle Carceri si terrà la deposizione di una corona d'alloro alla lapide in ricordo degli scioperi del marzo 1944 e dei cittadini pratesi deportati nei campi di concentramento nazisti.

Alle 16 al Museo del Tessuto i comuni di Prato e Montemurlo si uniranno pe ril Consiglio comunale in seduta straordinaria solenne. I saluti istituzionali saranno affidati ai presidenti dei consigli comunali Gabriele Alberti e Federica Palanghi. In programma interventi di approfondimento storico da parte di Camilla Brunelli, direttrice del Museo della Deportazione e Resistenza e di Costantino di Sante, dell'Università degli studi del Molise. Previsti anche interventi dei consiglieri comunali e dei sindaci Matteo Biffoni e Simone Calamai.

Infine martedì 14 marzo alle 17,30, al Museo della Deportazione e Resistenza ci sarà la presentazione del libro "Abbiamo detto no. Dieci internati militari nei campi nazisti 1943-1945" di Enrico Iozzelli e Susanne Wald. Previsti interventi dell'assessore alla Cultura Simone Mangani e di Nicola Labanca dell'Università di Siena, moderati da Camilla Brunelli.

In questi giorni inoltre è possibile ammirare nella vetrina dell'Urp in piazza del Comune un eccezionale disegno realizzato all'interno del lager di Ebensee dall'architetto triestino Mario Morgante e affidato all'amico magistrato Franco Ferrante, ex deportato e che è stato consegnato nelle scorse settimane dalla Casa della Memoria di Milano alla delegazione ANED  (Associazione Nazionale Ex Deportati).

Il disegno, dalla grandissima valenza storica, è stato dato in prestito a Prato da Francesca Lodi e l'opera sarà esposta durante la seduta del Consiglio comunale straordinario e poi tornerà all'Urp dove sarà visibile fino al 12 marzo.

"Quest'anno - afferma il presidente del consiglio comunale Gabriele Alberti - è ancora più importante celebrare il 7 marzo anche in virtù di questo importante prestito che ci è stato fatto, un simbolo che testimonia la resistenza, la volontà dei deportati ad una condizione di vita disumana, tra l'altro proprio nel campo di Ebensee. Simo contenti che i cittadini possano ammirarlo sia nella vetrina dell'Urp che durante il consiglio straordinario che è ovviamente aperto alla cittadinanza. Un ringraziamento a tutti e in particolare al Museo della Deportazione e Resistenza che come sempre da un contributo fondamentale al lavoro che viene fatto in particolare con le scuole durante tutto l'anno".

La storia

Si tratta di un disegno - il volto di un Cristo in croce - realizzato nell’agosto 1944 a Ebensee con carbone e calce su carta da pacco da un architetto triestino di nascita ma milanese di adozione, Mario Morgante, e da questi affidato all’amico Franco Ferrante che lo aveva appeso nella baracca dove era impiegato. Un ufficiale SS entrato nella baracca buttò a terra il disegno, ordinandone la distruzione. Invece di distruggerlo, Morgante se lo riprese e non sappiamo come riuscì a salvarlo e a portarlo a casa dopo la liberazione.
Un giorno Aldo Carpi, direttore dell'Accademia di Brera, ex deportato a Gusen e amico di Ferrante, lo vide in una bancarella dove si raccoglievano soldi per i superstiti dei campi e lo comprò per poi donarlo proprio all'amico magistrato, il quale lo tenne appeso in casa propria fino alla morte.
Affidato per testamento alla nipote Francesca Lodi, quel disegno è stato donato all’ANED dalla stessa Francesca Lodi, un mese prima di morire a Milano, nel maggio scorso. L’ANED lo custodisce come un cimelio prezioso, testimone della volontà di resistenza dei deportati italiani in uno dei peggiori lager nazisti.



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