I giardini di via Lungo la Bardena sono stati intitolati a Eugenia e Milziade Baldi, la balia e "il balio" di Curzio Malaparte
Sono stati intitolati a Eugenia e Milziade Baldi, la balia e il "balio" di Curzio Malaparte, i giardini di via Lungo La Bardena, proprio ai piedi del colle Spazzavento, dove si trova il sacrario del grande scrittore, e a due passi dalla grotta tra Galceti e Figline dove tante volte Curzio aveva giocato da bambino con i fratelli di latte, immaginando che fosse la porta dell'Inferno dantesco da cui il Sommo Poeta era sceso nell'Aldilà dopo aver perso la "diritta via". Proprio per questo l'associazione culturale "Curzio Malaparte pratese nel mondo" aveva proposto al Comune e alla Commissione Toponomastica l'intolazione di questa area verde ai due coniugi che avevano allevato il piccolo Kurt Suckert, poi Malaparte, realizzando una sorta di riunione familiare ideale con il "figlioccio". All'intitolazione stamani infatti oltre al sindaco Matteo Biffoni erano presenti il presidente dell'associazione Walter Bernardi, l'assessora alla toponomastica Flora Leoni, anche in veste di socia del sodalizio culturale, l'assessore al Patrimonio Gabriele Bosi e Franca Franchi, nipote di Milziade ed Eugenia. Tanti i ricordi che la signora ha raccontato, sia dei nonni che di Malaparte, che la chiamava "Franchina", e dei periodi trascorsi nella famosa villa di Capri dello scrittore quando era bambina. "Non ci poteva essere un posto più giusto di questo - ha detto il sindaco Matteo Biffoni - Anche per intolare un giardino i tempi non sono brevi perche sono necesarie delle autorizzazioni da parte di uffici comunali e Prefettura, ma grazie alla perseveranza dell'assessore Leoni e dell'associazione nell'arco di un anno siamo arrivati alla cerimonia di oggi. Questo è il luogo ideale per organizzare eventi e appuntamenti dedicati a Malaparte".
Curzio Malaparte chiamava Eugenia e Milziade "mamma e babbo" e ha sempre rivendicato di essere un Baldi anche lui, perchè diceva "che il latte delle balie si muta in sangue nelle vene dei poppanti". Come ha raccontato Walter Bernardi, storico e "malapartiano", il soprannome di "balio" Milziade se l'era guadagnato nel maggio 1913, quando il giovane Kurt, brillante studente del Convitto Cicognini, era stato scelto per rendere omaggio con un'ode a Sem Benelli, reduce dal successo internazionale de "La cena delle beffe", invitato nella sua Prato ad assistere ad una rappresentazione del dramma. "Alla fine dell’esibizione - scrive Malaparte - "un uragano d’urli e d’applausi" si era levato nella sala, quand’ecco che, a un tratto, con un grido altissimo, un uomo dalle spalle enormi, dalla gran faccia paonazza, dai baffi spioventi, dai capelli arruffati, balzò in mezzo alla folla come spinto da una catapulta, levò le braccia, mandò fuori una voce tonante: l’ho allattato io! L’ho allattato io!". Da quel giorno Milziade era diventato per tutti "il balio".
cb
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