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Comune di Prato

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27/07/2023 15:00
Barberis Valerio Urbanistica Si tratta del terzo documento di programmazione urbanistica della storia di Prato. Oggi l'adozione in Consiglio comunale

Il nuovo Piano Strutturale disegna la cittą dei prossimi decenni all'insegna del consumo zero di suolo

I capisaldi sono il riuso delle aree edificate e lo sviluppo in altezza: su 5790 ettari agricoli solo 17 ne saranno impiegati, pari allo 0,29%

L’adozione del Piano Strutturale, il terzo nella storia del Comune di Prato,  segna una fase importante per la pianificazione comunale che pone le basi strategiche per il governo del proprio territorio per i prossimi decenni.

Il documento di programmazione territoriale è stato presentato stamani in Palazzo comunale dal sindaco Matteo Biffoni, dall’assessore all’Urbanistica e Ambiente Valerio Barberis, dal presidente della Commissione Territorio e Ambiente Maurizio Calussi, dalla dirigente del servizio Urbanistica Pamela Bracciotti e dalla garante per la comunicazione e partecipazione Laura Zacchini.

Al nuovo Piano Strutturale, formato in coerenza con il Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico appartengono tutti i contenuti indicati dalla nuova stagione urbanistica introdotta dalla Lr. 65/2014, che affianca ai temi della pianificazione il concetto di paesaggio quale parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.

Il Piano Strutturale di Prato si muove all’interno di questo contesto normativo e si colloca nell’ambito della proposta politica e culturale delle due giunte del Sindaco Matteo Biffoni. Una proposta politica che ha già avuto una sua attuazione nel progetto di città promosso dal Piano Operativo Comunale, adottato nel 2018 ed approvato in via definitiva nel 2019, che  mette al centro i temi ambientali affrontando la complessità della città, promuovendo le politiche di sviluppo locale sostenibile, garantendo la coesione sociale attraverso la salvaguardia delle risorse ambientali a garanzia delle generazioni attuali, quelle future, il rilancio della dimensione di città manifatturiera e contemporanea.

“Sarà una città che non consuma suolo ma che crescerà in alto, anche perché non possiamo fermare la capacità produttiva della nostra città. Attraverso lo sforzo di tutti quanti, compresa l’Amministrazione comunale, la nostra città diventerà sempre più verde – afferma il sindaco Matteo Biffoni -. Le Amministrazioni che si succederanno troveranno un piano operativo e strutturale con delle caratteristiche che secondo noi una città moderna deve avere. Una città che prova a pensare esattamente a quello che vuole essere tra 50 anni”.

“Il Piano Strutturale proietta la città nei prossimi decenni e lo fa con zero consumo di suolo agricolo e con il recupero e l’incentivo ad utilizzare il costruito esistente lavorando nella logica di preservare e tutelare i temi ambientali, portando anche un contributo allo sviluppo delle aree industriali – commenta l’assessore all’Urbanistica e Ambiente Valerio Barberis -. Prato in circa 50 anni è stata capace di costruire 2 milioni e mezzo di superfici coperte di edifici industriali a servizio dei sistemi distrettuali. Su queste aree c’è una strategia: sono pianificate e collocate bene, servite da assi industriali e connesse alla Tangenziale e ai sistemi distrettuali e questi 2 milioni e mezzo di metri quadrati potranno avere un’evoluzione in altezza, trasformando questi luoghi da aree che generano comunque problemi di natura ambientale, come le isole di calore, ad eco-parchi industriali in cui il Piano Strutturale contiene 1,2 milioni circa delle loro superfici industriali “sui tetti”. Una sorta di Macrolotto 3, ma sopra le fabbriche”.

Il ruolo delle città nell’emergenza climatica e nella costruzione di equità sociale

La crisi che stiamo vivendo dimostra l’interrelazione inequivocabile tra la salute umana e le condizioni ecosistemiche del pianeta: la scala globale, l’interdipendenza e la rapidità della diffusione del Covid 19 hanno mostrato questa realtà in tutta la sua drammaticità, ma anche le potenzialità.

Le aree urbane sono le responsabili di oltre il 70% delle emissioni climalteranti e dell’emergenza climatica in corso.

Le città hanno la responsabilità di mostrare che una nuova economia responsabile sui temi ambientali e sociali è possibile, a partire da un nuovo sguardo su ciò di cui sono costituite, ovvero le architetture, i quartieri, le strade, le piazze, i giardini, generando nuovi paradigmi urbani basati sul riuso e su nuovi modelli di governance, in grado di ri-utilizzare la città esistente, coinvolgendo i cittadini con strategie di partecipazione e codesign, nella logica di promuovere nuove forme sociali, basate su principi di responsabilità collettiva ed esplorare le forme dell’economia civile in grado di generare impatti sociali e  nuovi posti di lavoro, accanto alle forme virtuose del modello economico distrettuale.

Il Piano Strutturale costruisce il progetto di governo del territorio sulla base della visione contenuta nell’ Agenda Urbana Prato 2050, votata dal Consiglio Comunale nel 2020 basata sulle priorità della transizione ambientale, il metabolismo urbano circolare, la transizione digitale e l’inclusione sociale, inserendosi, così, nel dibattito più generale che promuove la centralità delle politiche urbane in quelle nazionali, sostenendo la necessità di dare un forte impulso alla formazione di un programma Agenda Urbana Nazionale.

STUDI CONOSCITIVI PER IL PIANO STRUTTURALE

Il Piano rilancia infatti una fase importante di studio e analisi delle dinamiche di sviluppo della città, con l’obiettivo di verificare gli scostamenti dalla città analizzata dal Piano Secchi e formare una base conoscitiva solida a supporto delle scelte strategiche per i prossimi decenni.

Questi studi hanno anche l’obiettivo di promuovere una  nuova fase di indagine dei fenomeni sociali ed economici della città, rilanciando il ruolo di Prato come scenario di accadimenti urbani complessi, che dal secondo dopoguerra del secolo scorso ha sempre anticipato le dinamiche nazionali ed europee: indagini che scandagliano le nuove identità della città e le mettono in relazione alle dinamiche sociali lente della città e gli scenari socio economici globali.  

Gi studi socio economici

Lo studio specifico redatto dalla Società IRIS in collaborazione con l’architetto G.Guanci indaga i temi della evoluzione dello sviluppo industriale di Prato. Prato è la città delle cento ciminiere, del tessuto, delle fabbriche e degli stanzoni. Il sistema produttivo tessile ha permeato, e ancora permea, la sostanza dei discorsi e dei pensieri di molti pratesi, plasmando la forma mentis e l’attitudine al lavoro, alla produzione e all’imprenditoria, condizionandone anche le vicende della vita quotidiana. Queste due dimensioni del settore tessile, quella urbana, spaziale e quella socioeconomica, sono fortemente interrelate e dal loro incontro emerge l’evoluzione di Prato come città sia nella sua dimensione materiale costruita quanto in quella immateriale delle relazioni, delle percezioni degli spazi e delle dinamiche economiche e sociali. 

A questo si affianca lo studio sulla attuale situazione socio-economica cittadina redatto da l’Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana I.R.P.E.T. che, partendo dalla considerazione quanto mai evidente della centralità del territorio pratese rispetto al sistema dell’area metropolitana della Toscana centrale, analizza i fenomeni infrastrutturali e produttivi al fine di descrivere ed interpretare le dinamiche economiche in atto nell’area e le implicazioni spaziali che ne derivano. Gli elementi del sistema produttivo che vengono analizzati sono le attività manifatturiere in riferimento alle specificazioni settoriali in cui si articolano, i servizi e le attività agricole con lo scopo di capire il ruolo attuale e potenziale di ogni settore nonché le relative traiettorie evolutive.

 A questi studi si affianca l’indagine dell’arch. Corinna Del Bianco che, attraverso un corposo reportage fotografico e delle interviste indaga le molteplici identità della città rappresentate dal suo policentrismo e dalla sua multiculturalità. Lo studio prevede due linee di lavoro parallele: da un lato la mappatura delle differenti identità culturali e naturali della città con il suo policentrismo, rappresentato dal sistema della frazioni, e dall’altro un ascolto delle differenti comunità che abitano il territorio, stimolando un processo di dialogo e di sviluppo di consapevolezza del patrimonio identitario locale.

Studi sull’identità pratese: il sistema insediativo e il territorio rurale

Gli studi svolti si muovono nell’approfondire le molteplici identità di Prato, indagando i paesaggi lenti e resilienti del suo territorio agricolo, le permanenze sociali e insediative delle frazioni che definiscono la sua dimensione territoriale policentrica, le ricorrenze nei modelli abitativi da un punto di vista architettonico, decorativo e di pratiche socio culturali, i segni e i monumenti che determinano il ruolo del Centro Storico come scrigno dell’identità profonda della città nel suo insieme.

A partire dall’aggiornamento dell’uso del suolo e dell’uso in ambito urbano e rurale e dallo studio degli spazia aperti, il Piano ha potuto definire singoli tessuti residenziali, misti e produttivi valutati  in termini urbani, morfologici, spaziali e tipologici. Attraverso la lettura dei tessuti  storico-fondativi  fino a quelli  contemporanei con un approfondimento molto dettagliato sul centro storico cittadino sono stati definiti gli aspetti di valore patrimoniale del sistema insediativo.

Uno studio specifico è dedicato alle testimonianze della città fabbrica, luoghi che, in termini di permanenza nel paesaggio urbano e nell’immaginario della memoria collettiva, hanno costruito e dato consistenza all’immagine della città come monumento dell’etica del lavoro. Testimonianze da valorizzare e, in alcuni casi, da riscoprire, che il PS individua come gli asset strategici per rilanciare il ruolo di Prato come città della Manifattura del XXI secolo.

Riguardo al territorio rurale una parte consistente degli studi ha riguardato la struttura ecosistemica e agroforestale sviluppati dalla società NEMO srl e dal dott. Carlo Scoccianti.

. Le considerazioni generali che emergono dall’ampio spettro di conoscenze specifiche è prima di tutto che il territorio rurale rappresenta il 59% dell’intero territorio comunale; il restante 41% è territorio urbanizzato. Questo dato è molto significativo e di fondamentale importanza per le strategie urbanistiche di lungo periodo, concepite in chiave di sviluppo sostenibile: il territorio rurale, nelle sue diverse sfaccettature, è un bene prezioso da gestire attivamente e da preservare responsabilmente per le generazioni future in termini di qualità ecologica e ambientale, di capacità gestionale volta a tutelarlo e valorizzarlo nelle sue caratteristiche ambientali e paesaggistiche favorevoli al benessere umano e alla conservazione della biodiversità.

Le componenti agricole, fortemente antropizzate, e quelle naturali sono caratterizzate dalla presenza di dinamiche opposte: mentre nei territori a conduzione agricola, sopratutto quelli più critici della pianura, occorre pensare alla forestazione, in quelli naturali, con particolare riferimento alle parti boscate, l’obiettivo principale è quello di recuperare spazi che si vanno rinaturalizzando a causa dell’abbandono agricolo e pascolivo. La componente paesaggistica è quella che tiene assieme tutte le istanze sopra descritte, poiché il paesaggio è concepito come la visione sintetica degli aspetti antropici e naturali.

Contributi particolarmente interessanti sono stati dati a tale riguardo dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze (DIDA) sulla struttura del paesaggio agrario storico della Piana Pratese attraverso una convenzione di ricerca col Comune di Prato.

Studi sui temi ambientali -la città dei dati

Il PS promuove politiche urbane basate sui dati: le città oggi hanno a disposizione un set imponente di dati di natura ambientale, sociale, economica sulla base dei quali i decisori politici hanno la possibilità di porre le  basi conoscitive delle scelte strategiche e di governance, impostandole su principi di equità e trasparenza.

Il Comune di Prato ha avviato da anni una collaborazione con il Laboratorio IBE del CNR per studiare in modo approfondito l’ecosistema urbano con l’obiettivo di conoscerne in dettaglio il comportamento tramite l’analisi dei dati satellitari, dei voli iperspettrali effettuati dall’Agenzia Spaziale Italiana e grazie all’installazione di un network di sensori ambientali distribuiti in modo omogeneo nella città. L’analisi dei dati è la base conoscitiva che sta alla base delle scelte ambientali complessive del PS, che si muove con l’obiettivo di sviluppare politiche urbane che integrino pianificazione urbanistica, ambientale, nella prospettiva di promuovere strategie di prevenzione sanitaria

La partecipazione

Il PS ha promosso nelle fasi preliminari di stesura una nuova fase importante di ascolto della città con il programma Prato Immagina - la città progetta il suo futuro,  coordinato dalla società Avventura Urbana, che ha affiancato e raccolto tutti i percorsi di partecipazione e coprogettazione promossi dal Comune di Prato a partire dal 2014.

Il percorso partecipativo ha proposto una modalità operativa innovativa, basata su un approccio generativo, pronto ad adattarsi agli stimoli provenienti dalle differenti componenti sociali coinvolte, con la logica di aprire un dialogo costruttivo e stimolare riflessioni, anche conflittuali, per far emergere l’idea che la città ha del suo passato, del suo presente e del suo futuro. Emerge la consapevolezza di una città che cresce, dinamica, aperta ad accogliere nuove componenti sociali, che rivendica il suo ruolo di polo manifatturiero e che chiede con forza di porre al centro i temi ambientali e della rigenerazione urbana.

IL PROGETTO DEL PIANO STRUTTURALE

Città dei diritti e della prossimità

Il PS promuove un progetto organico di Città Pubblica in cui il network dei servizi e degli spazi pubblici si armonizzi con quello dei servizi e degli spazi privati di uso pubblico, collegandoli al sistema ambientale, della mobilità pubblica ed al network dei percorsi dedicati alla mobilità sostenibile. Nell’insieme si configura un progetto di Città Pubblica articolato su tutto il territorio comunale , che si ancora alla dimensione policentrica di Prato, che valorizza il ruolo delle Frazioni come luoghi di identità, coesione sociale, in cui potenziare i servizi pubblici e privati in una logica di prossimità. Il Ps identifica nella Città Policentrica, che fa di Prato un laboratorio urbano su cui sperimentare azioni, progetti e modelli di governance locali, la radice identitaria più profonda e ne rilancia il valore strategico nella definizione di tutti i futuri assetti, riconoscendone il ruolo di struttura urbana in grado di promuovere inclusione sociale e diritti, in quella che viene sviluppata come la Città della Prossimità.

Centro storico

Il Piano Strutturale conferma il ruolo del Centro Storico quale ambito della città pubblica, della cultura e delle istituzioni, rafforzando le connessioni e le polarità dei luoghi delle arti performative del sistema costituito dai teatri Metastasio, Politeama, Fabbricone, Fabbrichino e Teatro Magnolfi e dagli altri spazi come le Manifatture Digitali presso a Santa Caterina e Officina Giovani presso gli ex-Macelli; implementando i luoghi della cultura e dell’istruzione ( Sistema Museale Pratese e la biblioteca Lazzerini e Roncioniana), anche attraverso ampliamenti e acquisizioni di nuovi spazi. Il Ps ha come obiettivo inoltre di consolidare il ruolo di Prato quale città universitaria rafforzando i servizi funzionali a tali attività  

Città della Neutralità Climatica

Le città hanno la responsabilità di indagare nuovi paradigmi urbani che siano in grado di trasformarle dalla causa dell’emergenza climatica in corso alla sua soluzione: il programma Eu Green Deal si muove  nella prospettiva di delineare uno scenario di neutralità carbonica per l’Europa al 2050 e la città di Prato è stata selezionata nel 2022 tra le 100 città europee che dovranno accelerare questo obiettivo al 2030 nell’ambito del programma 100 Climate Cities. Si tratta di una sfida e di una opportunità enorme per la città ed il suo distretto tessile: Prato Carbon Neutral - PCN è il programma che coordina tutte le missioni da sviluppare per il conseguimento di questo obiettivo.

Il PS e PCN sono sviluppati in totale sinergia e armonizzazione delle strategie e delle azioni: da un punto di vista politico sono concepiti come due documenti integrati, che hanno prospettive temporali differenziate (il PS al 2050 e PCN al 2030), ma che compongono uno scenario unitario di politiche urbane, ambientali, di mobilità, industriali e di governance, che converge verso l’obiettivo della neutralità climatica di Prato. Un obiettivo che risponde alla mission assegnata alla città dalla Commissione Europea, che delinea scenari ambientali funzionali a costruire una città più sana e che promuove azioni funzionali a sostenere, valorizzare e fornire asset industriali strategici per il Distretto Tessile.

Città della natura che vive

Il PS conferma la scelta, già operata nel Piano Operativo Comunale, di porre la natura al centro.

Questa scelta avviene in una prospettiva di tutela del valore identitario delle parti non costruite del territorio, di costruzione di una infrastruttura verde con valore ecosistemico, di strategicità in una chiave di neutrailtà climatica, di valorizzazione del ruolo di tenuta ambientale del territorio rurale, di sostegno delle produzioni agroalimentari locali, di connessione con i sistemi ambientali di area vasta di pianura, collinari e boschivi.

Il PS delinea scenari di tutela dei presidi territoriali vegetali con alta valenza ecologica, dalla grande alla piccola scala, riconoscendone il valore con l’obiettivo di tutelare la biodiversità e garantire all’avifauna percorsi verso la Calvana e il Monteferrato.

Il PS nell’insieme promuove la visione olistica One Health, il modello sanitario che si basa sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente.

Città della natura che cura

Prato da anni è emersa come un luogo di sperimentazione di politiche urbane che promuovono un nuovo ruolo della natura nelle città: l’esito della prima fase di ricerca è rappresentato dal Piano di Azione sulla Forestazione Urbana, contenuto nel Piano Operativo Comunale del 2018. A questo documento di programmazione generale si è affiancato a partire dal 2018 il programma Prato Urban Jungle - PUJ,  che ha accelerato l’introduzione delle Nature Based Solutions nelle politiche urbane e delineato modelli di governance condivisi con i cittadini. L’esito della seconda fase di sperimentazione è  Prato Forest City - PFC, avviato nel 2021, che ha assunto il ruolo di  programma di coordinamento complessivo per tutte le azioni di di forestazione urbana della città.

Il PS fa proprie tutte le strategie di PFC e le inserisce negli scenari di medio lungo periodo della città, delineando una scelta politica radicale e lungimirante che mira a porre il tema della natura in città come strumento di prevenzione sanitaria e come parte integrante e indissolubile del suo futuro: una via intrapresa ormai da anni che dovrà proseguire.

In questo quadro generale il PS legge la città come un network interconnesso di aree, linee e poli verdi che racchiudono isole costruite: la natura assume il significato di una vera e propria infrastruttura verde alla quale assegnare un nuovo ruolo per il miglioramento della salute dei cittadini, praticando concretamente il motto natura è salute.

Il PS ambisce alla costruzione di un nuovo paradigma urbano: la città è una rete di giardini terapeutici, che parte da una struttura principale di grandi aree verdi e naturali su cui attivare i modelli della terapia forestale in ambito urbano, che si ramifica penetrando all’interno dei tessuti costruiti in modo sempre più capillare fino ad arrivare ai piccoli giardini pubblici e privati.

Un paradigma urbano che collega i dati ambientali e quelli relativi alla popolazione (fasce di età e di reddito, percentuale di abbandono scolastico della popolazione scolastica) in modo di guidare le politiche pubbliche di welfare e ambientali  a sostegno della popolazione più vulnerabile.

Città che si riusa

A questo quadro generale di tutela del territorio naturale, agricolo e del verde urbano il PS affianca una strategia generale di riuso della città costruita esistente. Una scelta coerente con le politiche ambientali che punta a costruire modelli di metabolismo urbano circolare, che promuovono la semplificazione delle procedure, forme di incentivo urbanistico ed edilizio, che hanno l’obiettivo di indirizzare le trasformazioni verso modelli virtuosi di rigenerazione urbana e riuso del patrimonio edilizio esistente.

Il PS affronta il tema decisivo per la città di Prato dei tessuti produttivi, tramite una serie di strategie che puntano sia alla rigenerazione urbana che a individuare forme di sostegno alle attività industriali e artigianali esistenti. Per i tessuti produttivi esistenti nei contesti densamente edificati prevede, da una parte, la possibilità della rigenerazione e la transizione verso nuove funzioni, nel caso di complessi dismessi e, dall’altra, la possibilità di ampliamenti e riorganizzazioni, delineati nell’ambito di piani di sviluppo industriale, funzionali al mantenimento dei poli produttivi attivi.

Il PS, inoltre, definisce una strategia specifica per le testimonianze di archeologia industriale, che parte dal riconoscimento del ruolo identitario nei contesti urbani in cui sono inseriti, che è finalizzata al loro recupero, la valorizzazione degli elementi testimoniali, che prevede forme di incentivo edilizio, urbanistico e che promuove la redazione di una Linea Guida agli interventi con la logica di indirizzare gli interventi verso forme innovative ed evolute di riuso.

Città della manifattura

In questa chiave generale di attenzione ai temi ambientali, di prospettiva di neutralità climatica e di riuso dell’esistente il PS delinea uno scenario innovativo per sostenere tramite politiche attive e rispondere alle necessità di nuove superfici destinate allo sviluppo dei distretti industriali e artigianali della città e dell’area vasta.

Le aree industriali pianificate (Macrolotto 1 e 2)  ed i comparti artigianali monofunzionali collocati nel Comune di Prato rappresentano un asset territoriale essenziale a servizio dei distretti produttivi da numerosi punti di vista: sono collocate in modo strategico rispetto alle autostrade; risultano collegate da arterie di traffico dedicate alla mobilità dei mezzi pesanti in direzione Est - Ovest e in direzione Nord - Sud  che le collegano alle aree industriali dell’area vasta; sono state sviluppate nell’ambito di  programmi urbanistici complessi nei quali i soggetti promotori hanno avuto e continuano ad avere un ruolo importate nella gestione degli asset immobiliari e nell’erogazione di servizi centralizzati innovativi.

Nella logica di sviluppare politiche urbane che prevedano una dotazione significativa di nuove superfici industriali ed artigianali a servizio dei comparti produttivi dell’area metropolitana e della Toscana, il PS definisce strategie di densificazione e ampliamenti di queste aree esistenti, tramite la previsione di interventi di nuove edificazioni in altezza. Questi interventi sono previsti nell’ambito di una riflessione generale che promuove  un radicale miglioramento del comportamento ambientale di queste aree, ed in una logica di resilienza urbana: la definizione di questa strategia è sviluppata in sinergia con un gruppo di ricerca dell’Università de La Sapienza, che ha verificato le modalità progettuali per delineare nuovi modelli urbani in grado di prefigurare e monitorare i temi ambientali, nella logica di trasformare queste aree in eco-parchi industriali energeticamente autosufficienti.

L’obiettivo è anche quello di definire delle nuove tipologie architettoniche che introducano dinamiche di innovazione digitale e circolare, l’impiego di Nature Based Solutions, modelli di industria 4.0 e logistica smart nell’edilizia industriale, sviluppando modelli edilizi evoluti in cui i lavoratori trovino condizioni di lavoro di alto livello.

Il PS definisce una strategia funzionale ad incrementare l’attrattiva del territorio per il comparto manifatturiero e rappresentare una risposta concreta alle necessità di nuove superfici produttive per i settori economici della città e dell’area vasta. Allo stesso tempo concorre a definire nuovi modelli edilizi ed insediativi volti a trasformare i comparti monofunzionali produttivi esistenti da aree che generano problemi ambientali alla scala urbana a zone ambientalmente responsabili, in grado di concorrere alle strategie generali di neutralità climatica.

Il Piano Strutturale di Prato contiene un nuovo Macrolotto sui tetti delle fabbriche esistenti.

Città che si muove

Il PS delinea una vision di medio lungo periodo per la mobilità urbana sostenibile delle persone e delle merci integrato alle scelte strategiche generali. Una vision che definisce una serie di strategie armonizzate che concorrono agli obiettivi generali di neutralità climatica e inclusione sociale.

Per la mobilità delle persone il PS promuove una strategia generale che ha l’obiettivo di far assumere al Trasporto Pubblico Locale i ruolo di vera alternativa alla mobilità privata, tramite il potenziamento generale del servizio nell’area urbana più densa centrale ed il rafforzamento delle connessioni delle frazioni più periferiche verso il centro e tra di loro, con la prospettiva di nuove circle lines. Accanto a questo il PS fa proprie tutte le strategie del PUMS comunale e del Biciplan per incentivare le forme di mobilità sostenibile e delinea una strategia di area vasta che prevede il rafforzamento del servizio ferroviario  anche con l’introduzione di nuove stazioni nel territorio comunale, funzionali ad intercettare i flussi in entrata e in uscita per Firenze, Pistoia e della Vallata del Bisenzio.

Per la mobilità delle merci il PS promuove delle strategie di logistica smart e sostenibile per la distribuzione delle merci urbane ed un’azione specifica a servizio del distretto tessile pratese, che vede l’hub nell’Interporto della Toscana Centrale.

I NUMERI DEL PIANO E LE STRATEGIE

CONSUMO DI SUOLO ZERO

Nella Disciplina dei suoli del PIANO STRUTTURALE il territorio comunale è  costituito per 57.900.000 mq (5.790 ettari) da territorio rurale e per circa 39.700.000 mq (3.970 ettari) da territorio urbanizzato.

Consumo di suolo agricolo

 Nelle 9 aree in copianificazione si prevedono:

•    7 aree private a destinazione produttiva e terziario per una quantità di Se ( superficie edificata) di 85.790 mq,

•    2 aree a standard per la realizzazione di una scuola media a Grignano, e l’ampliamento dell’impianto sportivo di Iolo

Il consumo di suolo stimato per aree fondiarie dei 9 interventi è di circa 170.000 mq ( 17 ettari), esclusi gli standard generati dagli interventi, esclusi gli standard che verrano comunque generati dalle trasformazioni.

Il consumo di suolo agricolo di questo piano è dunque lo 0,29% del territorio rurale.

Consumo di suolo urbano

Nel dimensionamento del Piano Strutturale, all’interno del territorio urbanizzato, sono previste in totale 271.210 mq di superfici di nuova edificazione, che approssimativamente possono generare un consumo di suolo di circa 270.000 mq (circa 27 ettari).

Insieme a tali previsioni il PS prevede anche la realizzazione di 3.151.000 mq ( 315 ettari) di STANDARD in più che attraverso la perequazione potranno essere realizzati in forza della nuova edificazione prevista.

In sintesi:

•    si consumano 270.000 mq di superficie urbana (circa 27 ettari) per ottenere 3.151.000 mq ( 315 ettari) di nuovi standard pubblici.

•    Complessivamente gli standard urbanistici passano da 30 mq ad abitante a 44 mq ad abitante.

Inoltre le nuove aree fondiarie dovranno comunque garantire prestazioni ambientali alte ( in similitudine al PO) minimo il 35% dovrà restare permeabile, per un totale di 94.500 mq .

STRATEGIA PER LE AREE PRODUTTIVE

Aree industriali esistenti e incidenza delle fabbriche storiche sul totale

Le superfici coperte complessive degli edifici industriali e misti di Prato è di circa 5.129.000 mq (513 ettari) , di cui 2.256.000 mq (226 ettari) nei tessuti pianificati, ovvero i macrolotti e le lottizzazioni artigianali.

Le aree “tutelate” dal piano in quanto IDENTITARIE (archeologia industriale e produttivo tipologico) sono :

•    archeologia industriale          220.985 mq di superficie coperta

•    produttivo tipologico               343.318 mq di superficie coperta

per un totale di 564.303 mq su 5.129.000 mq di edifici produttivi complessivi.

Incremento delle superfici produttive pianificate esistenti in altezza

Nella logica di sviluppare politiche urbane che prevedano una dotazione significativa di nuove superfici industriali ed artigianali a servizio dei comparti produttivi dell’area metropolitana e della Toscana, il PS definisce strategie di densificazione e ampliamenti di queste aree esistenti, tramite la previsione di interventi di nuove edificazioni in altezza. Questi interventi sono previsti nell’ambito di una riflessione generale che promuove un radicale miglioramento del comportamento ambientale di queste aree, ed in una logica di resilienza urbana: la definizione di questa strategia è sviluppata in sinergia con un gruppo di ricerca dell’Università de La Sapienza, che ha verificato le modalità progettuali per delineare nuovi modelli urbani in grado di prefigurare e monitorare i temi ambientali, nella logica di trasformare queste aree in eco-parchi industriali energeticamente autosufficienti.

Gli interventi di ampliamento dovranno essere accompagnati da interventi di miglioramento ambientale delle aree pubbliche e private aumentando significativamente le superfici permeabili, le superfici arborate e il miglioramento energetico degli edifici esistenti, inoltre gli edifici nuovi dovranno essere a impatto energetico zero - edifici nzeb - ( nearly zero energy building) , questo nell’ottica della riduzione di isole di calore e riduzione della co2.

In questa chiave generale di attenzione ai temi ambientali, di prospettiva di neutralità climatica e di riuso dell’esistente il PS delinea uno scenario innovativo per sostenere tramite politiche attive e rispondere alle necessità di nuove superfici destinate allo sviluppo dei distretti industriali e artigianali della città e dell’area vasta.  

La strategia si concretizza con i seguenti dati, prendendo in esame le superfici industriali nei tessuti pianificati, ovvero i macrolotti e le lottizzazioni artigianali, presenti attualmente sul territorio:

•   nei circa 2.256.000 mq (226 ettari) di edifici produttivi nei tessuti pianificati sono previsti ampliamenti in sopraelevazione per 1.170.000 mq (117 ettari),

senza AUMENTO DI AREE FONDIARIE E CORRELATI AD INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE.

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