Biffoni replica a fonti del Viminale: "Ascoltate i sindaci, tutti. E su Prato non accettiamo lezioni"
“E’ un po’ irrituale rispondere a “fonti del Viminale” che non mettono il proprio nome e cognome davanti a certe dichiarazioni, ma è doveroso puntualizzare la verità dei fatti”. Il sindaco di Prato Biffoni rimanda al mittente l’accusa di avere posizioni ideologiche e non voler fare accoglienza sul proprio territorio: “Innanzitutto queste fonti dovrebbero parlare con i sindaci, non con i sindaci Pd, ma tutti e in tutta Italia visto che anche dove le Regioni hanno firmato l’accordo con il ministero dell’Interno, come Veneto e Lombardia, i primi cittadini denunciano una situazione fuori controllo, le parole del Governatore Zaia, solo per fare un esempio, sono inequivocabili. Così come il passo indietro del ministero dell’Interno in Emilia Romagna dove, alla fine, non ha potuto che dare ragione ai sindaci”.
Sui minori non accompagnati il Viminale mette sotto accusa la normativa vigente, ma il sindaco ribadisce. “La legge Zampa è legge dello Stato, fin quando è in vigore si rispetta. Così come si è rispettato la Bossi-Fini o il Dl Cutro. Se una legge non va bene, il Parlamento la cambi, ma fin quando c’è si rispetta. E io non mi sono mai fatto problemi a criticare la gestione del fenomeno migratorio con ogni Governo, di sinistra, di destra o tecnico quando le cose non funzionano. Ma qui si va ben oltre: qui il Governo Meloni che aveva promesso stop sbarchi, adesso ha creato il caso, e il ministero dell’interno non risponde, non dà informazioni adeguate né ai sindaci né ai prefetti, nessuno sa i criteri di ripartizione né cosa accadrà nei prossimi mesi”.
Infine Biffoni difende il modello Prato: “Su Prato non intendiamo prendere lezioni da nessuno. La città di Prato sull’accoglienza e la gestione dell’immigrazione dà lezione all’Italia intera, compreso al Viminale. Siamo una città dove i servizi immigrazione da anni gestiscono il fenomeno in ogni suo aspetto, con giunte di sinistra e con quella di destra, perché altrimenti il Viminale non ha idea di cosa sia questa città”. Limitandosi all’accoglienza dei richiedenti asilo Prato è capofila Sai dal 2006 e ancora nel corso del 2022 Prato è tra i pochi Comuni che hanno chiesto e ottenuto l’ampliamento del Sai e lo hanno ottenuto, passando da 80 posti a 100, utili anche per il passaggio delle persone in uscita dai Cas. I minori stranieri non accompagnati sono passati da 40 a 61 e il territorio pratese, piccolo per estensione e densamente abitato, essendo stato individuato fino a poco tempo fa solo il criterio della popolazione ha accolto più di altri comuni, avendo una popolazione di 200mila abitanti.
“E’ falso che non abbiamo voluto Cas minori, perché è competenza del ministero e c’è una procedura aperta proprio in questo momento per l’individuazione di un Cas minori gestito dalla prefettura. Il punto è che dopo il decreto Cutro le collaborazioni e i passaggi da Cas a Sai è diventato più complicato, dividendo in due il sistema di accoglienza e perdendo il valore dell’integrazione tra le strutture gestite dallo Stato e quelle gestite dai Comuni – spiega Biffoni -. Ed è vero che ci siamo sempre opposti ai centri di grandi dimensioni e continueremo a farlo, perché riteniamo l’accoglienza diffusa l’unica strada percorribile sia per rispetto per chi arriva sia per il rispetto anche dei territori che accolgono. Solo nelle piccole strutture la collaborazione tra Governo nazionale, enti locali, terzo settore e beneficiari diventa efficace ed efficiente”.
edr
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