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Comune di Prato

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31/05/2024 14:21
Cerimonie Inaugurato stamani anche il nuovo fontanello di Publiacqua

Sono stati intitolati a Rolando Bulletti i giardini comunali di via Bresci a La Querce

Il giovane marinaio è stato dato per disperso in mare in seguito all'affondamento della sua nave nel 1943 e il suo corpo venne seppellito a Pantelleria col nome del sergente D'Orazi che gli aveva donato il proprio giubbotto salvagente

Doppia festa oggi a La Querce per l'intitolazione a Rolando Bulletti dei giardini comunali che si affacciano su via Bresci e per l'inaugurazione del nuovo fontanello di Publiacqua che sorge a pochi passi sempre in via Bresci.

Erano presenti il sindaco, l'assessora alla Toponomastica e tanti residenti della zona, tra cui i nipoti di Bulletti, Giacomo e Rolando, chiamato con il nome dello zio perchè nato poco dopo la sua scomparsa. Infatti la proposta di intitolazione alla Commissione Toponomastica è stata presentata dal Circolo I Risorti de La Querce e da tanti abitanti del paese.

Sembra tratta da un film la storia di questo giovane marinaio, l'unico di Prato ad essere arruolato in Marina, dato per disperso in mare in seguito all’affondamento della Regia torpediniera Cigno il 16 aprile 1943 nel Canale di Sicilia da parte di navi inglesi: il suo corpo era stato ripescato dopo giorni di ricerche con indosso il giubbotto di salvataggio che riportava il numero identificativo del sergente fiorentino Athos D’Orazi. Un tragico scherzo del destino, che fece sì che il giovane ventiduenne pratese venisse seppellito a Pantelleria con il nome di un altro. D'Orazi si salvò perchè non era a bordo grazie ad una licenza che gli aveva ceduto proprio il giovane Bulletti e il sergente per riconoscenza gli aveva dato il proprio giubbotto salvagente con impresso il suo nome. Nessuno di coloro che erano sulla nave si salvò. E fu proprio D’Orazi a far emergere il fatto, ad occuparsi delle ricerche, dell'estumulazione della salma per il riconoscimento e del suo trasporto a Prato per seppellire i resti nel cimitero de La Querce, rimanendo poi sempre vicino alla famiglia del marinaio scomparso. A narrare questa storia incredibile l'anno scorso è stata la giornalista Serena Quercioli nel suo libro  “Rolando Bulletti. La tragedia del marinaio arruolato sul Cigno”, in cui con un lavoro certosino sono trascritte le tante lettere che il ventiduenne Rolando durante il servizio militare scriveva da La Spezia, Massa, Gaeta e Napoli alla fidanzata Tilde che lo aspettava a Prato, lettere che poi, dopo il tragico epilogo, la ragazza donò alla famiglia come ricordo.

cb

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