Vorrei una voce
M
artedì 18 giugno, alle 21.30, alla
Corte delle sculture, presso il Polo Campolmi,
andrà in scena
Vorrei una voce , scritto e interpretato da
Tindaro Granata, una produzione LAC Lugano Arte e
Cultura in collaborazione con Proxima Res.
L’evento è inserito nella rassegna
Prato Estate 202
4, progetto dell’Assessorato alla Cultura del
Comune.
Vorrei una voce è uno spettacolo in forma di
monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in
playback, fortemente ispirato dal lungo percorso teatrale
che l’autore e attore siciliano ha realizzato al teatro
Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di
Messina con le detenute di alta sicurezza,
nell’ambito del progetto
Il Teatro per Sognare. Il fulcro della drammaturgia
è il sogno: perdere la capacità di sognare significa
far morire una parte di sé.
Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno
perso la capacità di farlo.
“
Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e
soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare
gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e
in niente – dichiara Granata.
Non so come sia successo. Un giorno mi sono svegliato e non mi
sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro
né di progettare qualsiasi altra cosa. Quando mi
arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico
del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa
Circondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto
teatrale con le detenute ‘per farle rivivere, sognare
ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo
averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non
sognavamo più. Guardandole mi sono sentito recluso, da me
stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo
dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe
possedere ogni essere umano: la libertà. Proposi così
di fare quello che facevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di
Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con la sua
voce.
Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza
della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora.
Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro. In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno”.
Evento a ingresso libero fino a esaurimento posti
Per informazioni:
0574 183 5152 | 5021
www.pratoestate.it
Fb: Prato Festival
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