29/07/2024 14:53
Interventi
Sabato scorso l'ennesimo episodio nel carcere pratese
Tre suicidi in sette mesi a La Dogaia, la sindaca Bugetti e il presidente del Consiglio Tinagli scrivono al ministro Nordio
Nella lettera la richiesta di un incontro sulla situazione del penitenziario e di una visita da parte del ministro per rendersi conto delle gravi carenze della struttura
"Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non
ha un comandante titolare. Ha una gravissima carenza di organico di
Polizia Penitenziaria e si trova in una condizione di
sovraffollamento". Queste alcune frasi della lettera che la sindaca
Ilaria Bugetti e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo
Tinagli hanno scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio in
seguito al suicidio di un detenuto sabato scorso alla Dogaia, per
chiedere un incontro urgente sul carcere pratese ed invitarlo a
verificare di persona la gravità della situazione con
l'obiettivo di adottare dei miglioramenti .Ecco il testo integrale
della lettera:
"Signor Ministro,nella serata di sabato 27 luglio, il carcere di Prato è stato teatro del sessantesimo suicidio in un istituto di pena italiano. Sono numeri preoccupanti che rappresentano una situazione di emergenza purtroppo comune su tutto il territorio italiano. Una condizione che allontana l’obiettivo di un pieno raggiungimento dell’articolo 27 della Costituzione, laddove il carcere svolge sempre meno la funzione rieducativa della pena, come testimoniato dai numeri sul tasso di recidiva.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato si è guadagnata un grave primato. Una macchia indelebile per la nostra città che crediamo meriti l’attenzione Sua e del ministero che dirige. In sette mesi, tre detenuti si sono tolti la vita, con una striscia di morte iniziata alla fine del 2023. Sono casi dolorosi che rappresentano solo la punta di una condizione alla quale detenuti, agenti di polizia penitenziaria, operatori sono costretti, e che più volte alla nostra istituzione hanno rappresentato la condizione di seria difficoltà. Il suo dicastero nel 2019, rispondendo a un’interrogazione a risposta scritta presentata dall’on. Roberto Giachetti, sottolineava quanto non si fossero verificati suicidi nel triennio precedente. Nota utile a rappresentarLe quanto la situazione sia drammaticamente cambiata.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato è un istituto penitenziario complesso per tipologia di detenzione, per numero di detenuti, per una elevata percentuale di stranieri e per un elevato numero di detenuti con problemi psichiatrici.Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non ha un comandante titolare. Ha una gravissima carenza di organico di Polizia Penitenziaria, soprattutto per quanto riguarda ispettori e sovrintendenti. Si trova in una condizione di sovraffollamento. Non è in grado di garantire una adeguata assistenza medica, nonostante l’incredibile sforzo del personale competente. Non è in condizione di seguire e sorvegliare adeguatamente i detenuti con problemi psichiatrici riconosciuti. Non ha mediatori culturali sufficienti a gestire un’alta percentuale di stranieri. Riceve, come rappresentato dai sindacati di Polizia Penitenziaria, un alto numero di detenuti trasferiti da altri istituti per ordine e sicurezza, aggravando la condizione di chi lavora o è costretto alla detenzione già pesante all’interno dell’istituto.Siamo a richiederLe pertanto un incontro, invitandoLa eventualmente a visitare l’istituto, ad incontrare i sindacati di Polizia Penitenziaria, il personale che opera nel carcere, le associazioni di volontariato, la garante dei diritti dei detenuti e la Camera Penale di Prato. A sentire il grido di allarme che quotidianamente la nostra istituzione riceve e che, di fronte all’ennesimo caso di suicidio, di fronte all’involuzione della Casa Circondariale La Dogaia, vuole trasmettere all’organismo competente. La nostra non vuole essere una richiesta pretestuosa, ma un sincero tentativo di migliorare la condizione del carcere della nostra città.Certi della Sua disponibilità e collaborazione,Ilaria Bugetti Lorenzo TinagliSindaca di Prato Presidente del Consiglio Comunale di Prato"
"Signor Ministro,nella serata di sabato 27 luglio, il carcere di Prato è stato teatro del sessantesimo suicidio in un istituto di pena italiano. Sono numeri preoccupanti che rappresentano una situazione di emergenza purtroppo comune su tutto il territorio italiano. Una condizione che allontana l’obiettivo di un pieno raggiungimento dell’articolo 27 della Costituzione, laddove il carcere svolge sempre meno la funzione rieducativa della pena, come testimoniato dai numeri sul tasso di recidiva.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato si è guadagnata un grave primato. Una macchia indelebile per la nostra città che crediamo meriti l’attenzione Sua e del ministero che dirige. In sette mesi, tre detenuti si sono tolti la vita, con una striscia di morte iniziata alla fine del 2023. Sono casi dolorosi che rappresentano solo la punta di una condizione alla quale detenuti, agenti di polizia penitenziaria, operatori sono costretti, e che più volte alla nostra istituzione hanno rappresentato la condizione di seria difficoltà. Il suo dicastero nel 2019, rispondendo a un’interrogazione a risposta scritta presentata dall’on. Roberto Giachetti, sottolineava quanto non si fossero verificati suicidi nel triennio precedente. Nota utile a rappresentarLe quanto la situazione sia drammaticamente cambiata.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato è un istituto penitenziario complesso per tipologia di detenzione, per numero di detenuti, per una elevata percentuale di stranieri e per un elevato numero di detenuti con problemi psichiatrici.Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non ha un comandante titolare. Ha una gravissima carenza di organico di Polizia Penitenziaria, soprattutto per quanto riguarda ispettori e sovrintendenti. Si trova in una condizione di sovraffollamento. Non è in grado di garantire una adeguata assistenza medica, nonostante l’incredibile sforzo del personale competente. Non è in condizione di seguire e sorvegliare adeguatamente i detenuti con problemi psichiatrici riconosciuti. Non ha mediatori culturali sufficienti a gestire un’alta percentuale di stranieri. Riceve, come rappresentato dai sindacati di Polizia Penitenziaria, un alto numero di detenuti trasferiti da altri istituti per ordine e sicurezza, aggravando la condizione di chi lavora o è costretto alla detenzione già pesante all’interno dell’istituto.Siamo a richiederLe pertanto un incontro, invitandoLa eventualmente a visitare l’istituto, ad incontrare i sindacati di Polizia Penitenziaria, il personale che opera nel carcere, le associazioni di volontariato, la garante dei diritti dei detenuti e la Camera Penale di Prato. A sentire il grido di allarme che quotidianamente la nostra istituzione riceve e che, di fronte all’ennesimo caso di suicidio, di fronte all’involuzione della Casa Circondariale La Dogaia, vuole trasmettere all’organismo competente. La nostra non vuole essere una richiesta pretestuosa, ma un sincero tentativo di migliorare la condizione del carcere della nostra città.Certi della Sua disponibilità e collaborazione,Ilaria Bugetti Lorenzo TinagliSindaca di Prato Presidente del Consiglio Comunale di Prato"
cb
575/24
Condividi su: