Liberazione, sindaca Bugetti: "I valori della Resistenza devono essere patrimonio comune di tutte le forze politiche"
Si è aperto con la deposizione della corona alla targa commemorativa di piazza del Comune, l’80esimo anniversario della Liberazione di Prato dalle truppe nazifasciste. Al fianco della sindaca Ilaria Bugetti, il partigiano Fiorello Fabbri in rappresentanza di Anpi. “E’ il mio primo 6 settembre da sindaca. Una giornata – ha detto la sindaca - che mi fa sentire fortissima la responsabilità del ruolo che mi hanno affidato gli elettori. Il dovere di impegnarmi ogni giorno perché la nostra democrazia sia compiuta nelle piccole e nelle grandi cose, la Memoria sia un esercizio quotidiano e i valori democratici alla base della nostra Costituzione siano condivisi da tutte le forze politiche. Può sembrare scontato ma non lo è affatto perché il vento alimentato dai nostalgici soffia fortissimo e odora di apologia del fascismo. Un pericolo che si annida tra le istituzioni che oggi sono rappresentate anche da chi colleziona busti di Mussolini e ha una mal celata passione per i saluti romani”. Da piazza del Comune è partito poi il corteo con il gonfalone medaglia d’argento al valore militare per partecipare alla messa celebrata in Duomo dal vescovo Giovanni Nerbini. Al termine, per la prima volta in questa occasione, la sindaca ha consegnato le due chiavi di proprietà del Comune al vescovo Nerbini per l’apertura della cassaforte che custodisce la teca con la sacra Cintola mariana che sarà mostrata alla città domenica 8 settembre. Una novità che sarà ripetuta anche i prossimi anni.
Al termine il corteo ha ripreso il suo cammino per le vie del centro e diretto in piazza delle Carceri dove alla presenza delle associazioni combattentistiche e d’arma, la sindaca Bugetti, il prefetto Michela Savina La Iacona, il presidente della Provincia Simone Calamai e Fiorello Fabbri per Anpi, hanno deposto una corona al monumento ai caduti. Bugetti sottolinea l’importanza della condivisione politica dei valori fondanti della nostra democrazia: “I principi democratici che la Resistenza ci ha consegnato devono essere condivisi da tutte le istituzioni pubbliche, dalla più alta carica dello Stato alla più piccola, perché tutte giurano sulla Costituzione, compresa la presidente del Consiglio e tutto il governo di cui è espressione. La carica che rappresentiamo è frutto della sanguinosa battaglia per liberarci dal regime fascista, è frutto della Resistenza, è frutto della nostra Costituzione che è prima di tutto antifascista. Chi non condivide i valori che esprime e su cui si fonda, non dovrebbe neanche ricoprire cariche istituzionali perché giura su qualcosa che non riconosce”.
Condivisione dei principi e battaglia contro il continuo tentativo di riscrivere la storia per alleggerire il carico di responsabilità del regime fascista e delle atrocità che ha commesso. “Tentativi di annacquare la storia, di seminare dubbi per giustificare i crimini fascisti, appannare il valore e il ricordo della lotta di liberazione equiparandola a una guerra fratricida in cui persecutori e vittime sono sullo stesso piano. Parificare le responsabilità per auto assolversi; banalizzare con aggressività la storia a uso e consumo politico”.
Infine Bugetti sottolinea l’importanza di essere a Figline, al termine di una giornata di celebrazioni. “Onoriamo i 29 martiri di Figline - perché attraverso di loro ricordiamo tutti coloro che si batterono e si sacrificarono per un’Italia libera e giusta, che scelsero di riscattare il nostro Paese dalla vergogna della dittatura fascista e dell’invasore tedesco a costo della propria vita. Lo faccio oggi per la prima volta da sindaca di questa città e continuerò a farlo sempre, ogni 6 settembre, perché da qui parte tutto, l’anno zero della nostra democrazia, l’architrave su cui si poggia ogni nostra azione politica e amministrativa. Una giornata in cui si devono mettere da parte le differenze ideologiche e politiche per porre l’accento sui valori della Resistenza. Discutiamo su tutto il resto, ma quei principi devono essere patrimonio comune. Questo dovrebbe essere il punto di partenza per tutti”.
eb
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