Disagio giovanile, il Comune a lavoro su un progetto integrato. L'assessora Logli: "Facciamo rete con le realtą gią esistenti"
L’amministrazione comunale sin dal suo insediamento sta
lavorando a un progetto strutturato che permetta di intercettare il
disagio giovanile che si manifesta sul nostro territorio. Un modo
per avvicinare i nostri ragazzi, conoscere i contesti difficili che
si trovano a vivere e provare ad incanalare i loro bisogni
specifici verso quei percorsi professionali e sociali che possono
fare la differenza. Un progetto che ha preso il via nel periodo
estivo attraverso l’attento monitoraggio da parte della
polizia municipale dei luoghi di ritrovo più soggetti a
segnalazioni da parte dei residenti per schiamazzi e atteggiamenti
aggressivi da parte di una popolazione prevalentemente giovanile.
Il rapporto della Municipale sarà presentato il
prossimo 7 ottobre all’incontro organizzato
dall’assessora alle Politiche giovanili, Maria Logli, con le
varie realtà che si occupano di minori e di devianza
giovanile. L’obiettivo è ambizioso: “Metteremo
in rete associazioni, cooperative e realtà che si occupano
di giovani, in modo da strutturare una risposta efficace e mirata
che permetta di intercettare il disagio, monitorare i percorsi di
presa in carico, coinvolgere le famiglie e mettere a sistema
risposte specifiche, che passino dall'educazione civica
all'attivazione di percorsi di formazione. – spiega
l’assessora Logli – E’ un progetto molto concreto
che parte da una mappatura del territorio per mettere in campo
risposte puntuali rispetto alle problematiche emerse, radicate
nella dimensione territoriale della comunità educante. Ci
saranno zone in cui è si interverrà con mediatori
professionali e zone dove invece si opererà in modo
multidisciplinare privilegiando lo strumento dell'educativa di
strada, con il supporto della Polizia Municipale. L'inclusione
sociale, culturale e formativa e la sicurezza urbana vanno di pari
passo, per questo l'Amministrazione si dota di un approccio
integrato che fornisca strumenti strutturali e lungimiranti per
tutta la comunità, dalle scuole alle famiglie, passando per
le associazioni e le realtà che si occupano del tema. A
Prato – conclude Logli - non mancano percorsi e realtà
che si occupano di giovani, ma abbiamo la responsabilità di
metterle in rete e favorire progettualità lungimiranti che
evitino misure frammentate emergenziali di sola repressione da un
lato, di servizi che non riescono a raggiungere i diretti
interessati dall'altro. Una sfida che ha bisogno di una risposta
strutturale, con l'aiuto delle tante competenze del nostro
territorio”.
eb
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